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L’Angelus del Papa: “Cristo oggi ripete a ciascuno di noi: «Coraggio, sono io, non avere paura!»”

Nel messaggio Angelus di oggi, il Papa ha riflettuto sull’episodio della “Tempesta sedata” proposto dal Vangelo di questa domenica, soffermandosi in particolare sul camminare sulle acque di Gesù e mettendo in rilievo il significato profondo di questo atto.

Secondo il Vangelo, Gesù, contro ogni logica umana, si avvicinò ai suoi discepoli camminando sulle acque turbolente del lago. Il Papa ha posto una domanda fondamentale: “perché Gesù ha fatto questo? Non per uno spettacolo, non per necessità, e nemmeno per dimostrare la Sua grandezza.” Gesù ha camminato sulle acque per trasmettere un messaggio a ciascuno di noi.

Il Pontefice ha ricordato che, ai tempi di Gesù, le grandi distese d’acqua erano associate a forze maligne incontrollabili e temute dall’uomo. Gli abissi, specialmente in tempesta, erano simboli di caos e oscurità. I discepoli, trovandosi in mezzo al lago in quel momento di buio, temevano di essere sopraffatti dal male. Ma l’arrivo di Gesù, che cammina sulle acque, rappresenta la vittoria sulle forze del male. Con questo gesto, Gesù assicura i suoi seguaci che può dominare ciò che temiamo: “Io metto sotto i piedi i tuoi nemici”.

Il messaggio principale che Cristo ci trasmette oggi, come sottolineato dal Papa, è: “Coraggio, sono io, non avere paura!”. Ciò rappresenta una promessa di sostegno nelle acque tumultuose della vita. In momenti di difficoltà e paura, il Pontefice ha suggerito due azioni essenziali: invocare e accogliere Gesù. Questa invocazione è un segno di fiducia nella capacità di Cristo di salvarci.

Riflettendo sul comportamento dei discepoli, il Papa ha sottolineato come essi, nel momento del bisogno, hanno chiamato Gesù e, successivamente, l’hanno accolto nella loro barca. Questo atto di accoglienza ha portato alla cessazione del vento, simboleggiando la pace e la calma che Gesù porta nelle nostre vite.

Il Papa ha concluso il suo messaggio con una serie di domande provocatorie, invitando i fedeli a riflettere sulla loro fede e sulla loro relazione con Cristo: “In tempi di difficoltà, ci affidiamo a Lui o tentiamo di navigare da soli? Riconosciamo che Cristo è più potente delle tempeste della vita? E, soprattutto, gli permettiamo di guidare la nostra “barca”, affidandogli il timone delle nostre vite?”

Con il messaggio proninciato durante l’Angelus di questa domenica, il Pontefice ha ribadito l’importanza di avere fede in Gesù e di affidarsi a Lui in tutti i momenti della vita, specialmente in quelli più bui e burrascosi.

L’Angelus del Papa: “Cristo oggi ripete a ciascuno di noi: «Coraggio, sono io, non avere paura!»”

Nel messaggio Angelus di oggi, il Papa ha riflettuto sull’episodio della “Tempesta sedata” proposto dal Vangelo di questa domenica, soffermandosi in particolare sul camminare sulle acque di Gesù e mettendo in rilievo il significato profondo di questo atto.

Secondo il Vangelo, Gesù, contro ogni logica umana, si avvicinò ai suoi discepoli camminando sulle acque turbolente del lago. Il Papa ha posto una domanda fondamentale: “perché Gesù ha fatto questo? Non per uno spettacolo, non per necessità, e nemmeno per dimostrare la Sua grandezza.” Gesù ha camminato sulle acque per trasmettere un messaggio a ciascuno di noi.

Il Pontefice ha ricordato che, ai tempi di Gesù, le grandi distese d’acqua erano associate a forze maligne incontrollabili e temute dall’uomo. Gli abissi, specialmente in tempesta, erano simboli di caos e oscurità. I discepoli, trovandosi in mezzo al lago in quel momento di buio, temevano di essere sopraffatti dal male. Ma l’arrivo di Gesù, che cammina sulle acque, rappresenta la vittoria sulle forze del male. Con questo gesto, Gesù assicura i suoi seguaci che può dominare ciò che temiamo: “Io metto sotto i piedi i tuoi nemici”.

Il messaggio principale che Cristo ci trasmette oggi, come sottolineato dal Papa, è: “Coraggio, sono io, non avere paura!”. Ciò rappresenta una promessa di sostegno nelle acque tumultuose della vita. In momenti di difficoltà e paura, il Pontefice ha suggerito due azioni essenziali: invocare e accogliere Gesù. Questa invocazione è un segno di fiducia nella capacità di Cristo di salvarci.

Riflettendo sul comportamento dei discepoli, il Papa ha sottolineato come essi, nel momento del bisogno, hanno chiamato Gesù e, successivamente, l’hanno accolto nella loro barca. Questo atto di accoglienza ha portato alla cessazione del vento, simboleggiando la pace e la calma che Gesù porta nelle nostre vite.

Il Papa ha concluso il suo messaggio con una serie di domande provocatorie, invitando i fedeli a riflettere sulla loro fede e sulla loro relazione con Cristo: “In tempi di difficoltà, ci affidiamo a Lui o tentiamo di navigare da soli? Riconosciamo che Cristo è più potente delle tempeste della vita? E, soprattutto, gli permettiamo di guidare la nostra “barca”, affidandogli il timone delle nostre vite?”

Con il messaggio proninciato durante l’Angelus di questa domenica, il Pontefice ha ribadito l’importanza di avere fede in Gesù e di affidarsi a Lui in tutti i momenti della vita, specialmente in quelli più bui e burrascosi.

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