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L’Angelus del Papa: Peccatori sì, corrotti no.

Città del Vaticano. Nell’Angelus di oggi, Papa Francesco ci ha offerto una riflessione profonda sul Vangelo di Matteo, focalizzando la nostra attenzione sulla storia di due figli e sulle loro diverse reazioni alla richiesta del padre di lavorare nella vigna. Ma al di là della semplice narrazione, il messaggio centrale che emerge è la distinzione tra sincerità e ipocrisia, tra essere peccatori e essere corrotti.

Il primo figlio, con il suo “sì” veloce seguito da inazione, rappresenta l’ipocrisia che a volte permea la nostra società. Promette di compiere un’azione, ma non la porta a termine. Questa incoerenza, nascosta dietro una facciata di accordo, è ciò che il Papa definisce corruzione. Questa persona è corrotta non perché pecca, ma perché si nasconde dietro le sue parole, rifiutando il dialogo sincero e la verità.
D’altra parte, il secondo figlio, pur inizialmente riluttante, decide infine di fare ciò che è giusto. È questo figlio che il Papa ci esorta ad emulare: un individuo che, pur commettendo errori, rimane sincero nei suoi intenti e nella sua fede. È un peccatore, ma non è corrotto.

Papa Francesco sottolinea l’importanza di questa distinzione. Mentre il peccato può essere perdonato e la redenzione è sempre possibile, la corruzione è un male più insidioso. È un male che si nasconde dietro false apparenze, un male che non cerca perdono o comprensione, ma solo auto-giustificazione. Ci viene quindi posto un invito a guardare dentro di noi. Siamo veramente sinceri nelle nostre azioni e nelle nostre parole? Oppure ci nascondiamo dietro una facciata di correttezza, preoccupandoci solo di come appariamo agli occhi degli altri? Il messaggio del Papa è chiaro: tutti noi pecchiamo, ma ciò che conta è come affrontiamo questi peccati. Siamo disposti a riconoscere i nostri errori e a cercare perdono, o preferiamo indossare maschere e vivere in negazione?

Concludendo il suo Angelus, Papa Francesco si rivolge a Maria, chiedendo la sua guida nel nostro cammino verso una fede sincera e genuina. In un mondo in cui l’ipocrisia e la falsità possono facilmente infiltrarsi nelle nostre vite, il messaggio del Papa è un richiamo forte a vivere con integrità e verità. Peccatori sì, corrotti no. Questa è la lezione che dobbiamo portare con noi ogni giorno.

L’Angelus del Papa: Peccatori sì, corrotti no.

Città del Vaticano. Nell’Angelus di oggi, Papa Francesco ci ha offerto una riflessione profonda sul Vangelo di Matteo, focalizzando la nostra attenzione sulla storia di due figli e sulle loro diverse reazioni alla richiesta del padre di lavorare nella vigna. Ma al di là della semplice narrazione, il messaggio centrale che emerge è la distinzione tra sincerità e ipocrisia, tra essere peccatori e essere corrotti.

Il primo figlio, con il suo “sì” veloce seguito da inazione, rappresenta l’ipocrisia che a volte permea la nostra società. Promette di compiere un’azione, ma non la porta a termine. Questa incoerenza, nascosta dietro una facciata di accordo, è ciò che il Papa definisce corruzione. Questa persona è corrotta non perché pecca, ma perché si nasconde dietro le sue parole, rifiutando il dialogo sincero e la verità.
D’altra parte, il secondo figlio, pur inizialmente riluttante, decide infine di fare ciò che è giusto. È questo figlio che il Papa ci esorta ad emulare: un individuo che, pur commettendo errori, rimane sincero nei suoi intenti e nella sua fede. È un peccatore, ma non è corrotto.

Papa Francesco sottolinea l’importanza di questa distinzione. Mentre il peccato può essere perdonato e la redenzione è sempre possibile, la corruzione è un male più insidioso. È un male che si nasconde dietro false apparenze, un male che non cerca perdono o comprensione, ma solo auto-giustificazione. Ci viene quindi posto un invito a guardare dentro di noi. Siamo veramente sinceri nelle nostre azioni e nelle nostre parole? Oppure ci nascondiamo dietro una facciata di correttezza, preoccupandoci solo di come appariamo agli occhi degli altri? Il messaggio del Papa è chiaro: tutti noi pecchiamo, ma ciò che conta è come affrontiamo questi peccati. Siamo disposti a riconoscere i nostri errori e a cercare perdono, o preferiamo indossare maschere e vivere in negazione?

Concludendo il suo Angelus, Papa Francesco si rivolge a Maria, chiedendo la sua guida nel nostro cammino verso una fede sincera e genuina. In un mondo in cui l’ipocrisia e la falsità possono facilmente infiltrarsi nelle nostre vite, il messaggio del Papa è un richiamo forte a vivere con integrità e verità. Peccatori sì, corrotti no. Questa è la lezione che dobbiamo portare con noi ogni giorno.

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