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Lettera del Ministro Generale per la VII Giornata Mondiale dei Poveri

Domenica XXXIII Tempo ordinario – 19 novembre 2023. Torna la Giornata Mondiale dei Poveri, la settima voluta da Papa Francesco e desidero riproporre alla nostra attenzione il Messaggio che il Papa ha scritto per l’occasione il 13 giugno scorso nella festa di Sant’Antonio di Padova, fratello e amico dei poveri. L’invito è a leggerlo personalmente e in fraternità, con i nostri laici e collaboratori, «per scoprire ogni volta di più il contenuto centrale del Vangelo» (Messaggio n. 1).

Francesco a Greccio: Voglio vedere la povertà di Gesù!

Stiamo vivendo il Centenario del Natale di Greccio (1223-2023), nel quale Francesco desidera vedere con i suoi occhi la vita “abbassata” di Gesù di Nazareth (cfr. Fil 2,6-8), che lo ha colpito e ferito per sempre. Alla Verna canterà “Tu sei Umiltà”, perché la vita umile di Gesù rivela il Padre. La domenica dei Poveri precede quella dedicata a Cristo Re dell’Universo: il Vangelo ci presenta Gesù che regna dal legno della croce e non da troni di presunta gloria umana. Francesco ha riconosciuto come dono del Signore il fatto che alla scuola dei lebbrosi ciò che per lui era amaro fu cambiato in dolcezza. È naturale sentire tanta fatica nell’avvicinare i poveri e la loro condizione. Non basta fare appello a capacità umane di empatia e di solidarietà. Ci vuole quel passaggio che è frutto dello Spirito. Per questo il Papa nel suo Messaggio scrive che in questa domenica «ci ritroviamo intorno alla sua Mensa per ricevere nuovamente da Lui il dono e l’impegno di vivere la povertà e di servire i poveri» (Messaggio n. 1).

Restare in cammino per imparare a vivere sine proprio secondo la nostra professione e servire i poveri è frutto della santa operazione in noi dello Spirito del Signore (cfr. Regola bollata 10,8). Ad essa ci apre l’ascolto costante delle Sacre Scritture, la partecipazione all’Eucaristia, una vita virtuosa nella carità. Senza questa dimensione di fede restiamo sordi al grido dei poveri o ne facciamo una delle nostre attività, che a volte ci può addirittura mettere in mostra. Invito me stesso e tutti noi a verificare da questa radice teologale della nostra vita le forme di servizio ai poveri. L’insensibilità all’appello dei poveri dice una sordità a quello di Dio e viceversa.

Francesco si “regola” con il Vangelo: la Regola e la vita dei frati minori è questa!

Stiamo vivendo il Centenario della Regola (1223-2023), voluta per custodire gelosamente la possibilità di vivere il Vangelo, che è la parola “scomoda” che ha aperto Francesco a Dio, a se stesso, ai fratelli, ai piccoli e ai poveri. Questi non sono un’appendice del Vangelo, ma stanno al centro: pensiamo alle Beatitudini, alla vita povera di Gesù e della sua Madre, ai piccoli che lo avvicinano. Il Vangelo ci sprona e ci ricorda, come scrive Papa Francesco, che «Viviamo un momento storico che non favorisce l’attenzione verso i più poveri. Il volume del richiamo al benessere si alza sempre di più, mentre si mette il silenziatore alle voci di chi vive nella povertà. Si tende a trascurare tutto ciò che non rientra nei modelli di vita destinati soprattutto alle generazioni più giovani, che sono le più fragili davanti al cambiamento culturale in corso. Si mette tra parentesi ciò che è spiacevole e provoca sofferenza, mentre si esaltano le qualità fisiche come se fossero la meta principale da raggiungere. La realtà virtuale prende il sopravvento sulla vita reale e avviene sempre più facilmente che si confondano i due mondi. I poveri diventano immagini che possono commuovere per qualche istante, ma quando si incontrano in carne e ossa per la strada allora subentrano il fastidio e l’emarginazione. La fretta, quotidiana compagna di vita, impedisce di fermarsi, di soccorrere e prendersi cura dell’altro» (Messaggio n. 4). È vero che l’incontro con le persone che vivono in diverse situazioni di necessità ci dà una luce nuova nell’ascolto del Vangelo e ci permette di perseverare in quel cammino di conversione continua che sta al cuore della nostra vocazione. Riconosco con gratitudine che sono tanti tra noi i fratelli e le fraternità coinvolti dall’incontro e dalla condivisione con i “lebbrosi” del nostro tempo. Nello stesso tempo abbiamo bisogno di verificare quanto siamo abituati a conoscere e comprendere le situazioni dei luoghi in cui viviamo e che toccano tante persone, generando disuguaglianze, povertà e miseria. Senza questo contatto con la realtà che ci circonda, ci chiudiamo in ambienti che ci allontanano dalla condizione reale delle persone. Da qui rischiamo di dare per scontati tra noi stili di vita così garantiti e autonomi nella gestione del tempo e dei beni da ferire chi deve lottare per il sostentamento quotidiano. La scelta di vivere sine proprio ci chiede oggi una conversione profonda.

Un gesto di minorità

Per questo, in occasione di questa Giornata, chiedo alle fraternità di verificare la conoscenza dell’ambiente e delle persone tra cui viviamo. Insieme a ciò vi chiedo di compiere come fraternità un gesto di servizio e condivisione con persone e realtà sfavorite. È impegnativo, ma è possibile. Osiamo di più, così da vedere la povertà di Gesù e gustare la gioia del Vangelo. Non mi stanco di chiedere con voi allo Spirito del Signore, ministro generale dell’Ordine, di riaccendere la passione e la gioia della nostra vocazione di fratelli e minori, così da illuminare la mancanza di speranza che spesso ci insidia. Chi vuole, mi racconti per favore il gesto compiuto, per iscritto, anche con foto (mingen@ofm.org), come testimonianza di bene da diffondere. Cari fratelli, «Siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro» (Evangelii gaudium, 198).

Lettera del Ministro Generale per la VII Giornata Mondiale dei Poveri

Domenica XXXIII Tempo ordinario – 19 novembre 2023. Torna la Giornata Mondiale dei Poveri, la settima voluta da Papa Francesco e desidero riproporre alla nostra attenzione il Messaggio che il Papa ha scritto per l’occasione il 13 giugno scorso nella festa di Sant’Antonio di Padova, fratello e amico dei poveri. L’invito è a leggerlo personalmente e in fraternità, con i nostri laici e collaboratori, «per scoprire ogni volta di più il contenuto centrale del Vangelo» (Messaggio n. 1).

Francesco a Greccio: Voglio vedere la povertà di Gesù!

Stiamo vivendo il Centenario del Natale di Greccio (1223-2023), nel quale Francesco desidera vedere con i suoi occhi la vita “abbassata” di Gesù di Nazareth (cfr. Fil 2,6-8), che lo ha colpito e ferito per sempre. Alla Verna canterà “Tu sei Umiltà”, perché la vita umile di Gesù rivela il Padre. La domenica dei Poveri precede quella dedicata a Cristo Re dell’Universo: il Vangelo ci presenta Gesù che regna dal legno della croce e non da troni di presunta gloria umana. Francesco ha riconosciuto come dono del Signore il fatto che alla scuola dei lebbrosi ciò che per lui era amaro fu cambiato in dolcezza. È naturale sentire tanta fatica nell’avvicinare i poveri e la loro condizione. Non basta fare appello a capacità umane di empatia e di solidarietà. Ci vuole quel passaggio che è frutto dello Spirito. Per questo il Papa nel suo Messaggio scrive che in questa domenica «ci ritroviamo intorno alla sua Mensa per ricevere nuovamente da Lui il dono e l’impegno di vivere la povertà e di servire i poveri» (Messaggio n. 1).

Restare in cammino per imparare a vivere sine proprio secondo la nostra professione e servire i poveri è frutto della santa operazione in noi dello Spirito del Signore (cfr. Regola bollata 10,8). Ad essa ci apre l’ascolto costante delle Sacre Scritture, la partecipazione all’Eucaristia, una vita virtuosa nella carità. Senza questa dimensione di fede restiamo sordi al grido dei poveri o ne facciamo una delle nostre attività, che a volte ci può addirittura mettere in mostra. Invito me stesso e tutti noi a verificare da questa radice teologale della nostra vita le forme di servizio ai poveri. L’insensibilità all’appello dei poveri dice una sordità a quello di Dio e viceversa.

Francesco si “regola” con il Vangelo: la Regola e la vita dei frati minori è questa!

Stiamo vivendo il Centenario della Regola (1223-2023), voluta per custodire gelosamente la possibilità di vivere il Vangelo, che è la parola “scomoda” che ha aperto Francesco a Dio, a se stesso, ai fratelli, ai piccoli e ai poveri. Questi non sono un’appendice del Vangelo, ma stanno al centro: pensiamo alle Beatitudini, alla vita povera di Gesù e della sua Madre, ai piccoli che lo avvicinano. Il Vangelo ci sprona e ci ricorda, come scrive Papa Francesco, che «Viviamo un momento storico che non favorisce l’attenzione verso i più poveri. Il volume del richiamo al benessere si alza sempre di più, mentre si mette il silenziatore alle voci di chi vive nella povertà. Si tende a trascurare tutto ciò che non rientra nei modelli di vita destinati soprattutto alle generazioni più giovani, che sono le più fragili davanti al cambiamento culturale in corso. Si mette tra parentesi ciò che è spiacevole e provoca sofferenza, mentre si esaltano le qualità fisiche come se fossero la meta principale da raggiungere. La realtà virtuale prende il sopravvento sulla vita reale e avviene sempre più facilmente che si confondano i due mondi. I poveri diventano immagini che possono commuovere per qualche istante, ma quando si incontrano in carne e ossa per la strada allora subentrano il fastidio e l’emarginazione. La fretta, quotidiana compagna di vita, impedisce di fermarsi, di soccorrere e prendersi cura dell’altro» (Messaggio n. 4). È vero che l’incontro con le persone che vivono in diverse situazioni di necessità ci dà una luce nuova nell’ascolto del Vangelo e ci permette di perseverare in quel cammino di conversione continua che sta al cuore della nostra vocazione. Riconosco con gratitudine che sono tanti tra noi i fratelli e le fraternità coinvolti dall’incontro e dalla condivisione con i “lebbrosi” del nostro tempo. Nello stesso tempo abbiamo bisogno di verificare quanto siamo abituati a conoscere e comprendere le situazioni dei luoghi in cui viviamo e che toccano tante persone, generando disuguaglianze, povertà e miseria. Senza questo contatto con la realtà che ci circonda, ci chiudiamo in ambienti che ci allontanano dalla condizione reale delle persone. Da qui rischiamo di dare per scontati tra noi stili di vita così garantiti e autonomi nella gestione del tempo e dei beni da ferire chi deve lottare per il sostentamento quotidiano. La scelta di vivere sine proprio ci chiede oggi una conversione profonda.

Un gesto di minorità

Per questo, in occasione di questa Giornata, chiedo alle fraternità di verificare la conoscenza dell’ambiente e delle persone tra cui viviamo. Insieme a ciò vi chiedo di compiere come fraternità un gesto di servizio e condivisione con persone e realtà sfavorite. È impegnativo, ma è possibile. Osiamo di più, così da vedere la povertà di Gesù e gustare la gioia del Vangelo. Non mi stanco di chiedere con voi allo Spirito del Signore, ministro generale dell’Ordine, di riaccendere la passione e la gioia della nostra vocazione di fratelli e minori, così da illuminare la mancanza di speranza che spesso ci insidia. Chi vuole, mi racconti per favore il gesto compiuto, per iscritto, anche con foto (mingen@ofm.org), come testimonianza di bene da diffondere. Cari fratelli, «Siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro» (Evangelii gaudium, 198).

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