Azione Francescana

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L’Angelus del Papa: il silenzio e la sobrietà per accogliere il messaggio di Gesù

Città del Vaticano. Nella seconda domenica di Avvento, Papa Francesco, rivolgendosi ai fedeli raccolti in Piazza San Pietro, ha riflettuto sulla figura di Giovanni Battista, descritto nel Vangelo secondo Marco come “voce di uno che grida nel deserto”. Il Pontefice ha sottolineato il contrasto simbolico tra il deserto, luogo di silenzio e essenzialità, e la voce, strumento di comunicazione e annuncio.

Il Papa ha evidenziato il significato profondo del deserto nella vita spirituale: un luogo dove si è chiamati a concentrarsi sull’indispensabile, liberandosi del superfluo. Ha messo in luce come, nella società contemporanea, sia essenziale saper distinguere l’importante dall’inutile, spogliandosi del “di più” per fare spazio alla Parola di Dio. Questo spazio viene trovato nel silenzio e nella preghiera, elementi fondamentali per una vita cristiana autentica e profonda.

Rivolgendosi poi alla seconda immagine, quella della voce, il Pontefice ha riflettuto su come essa esprima ciò che matura nel silenzio, dall’ascolto dello Spirito. Ha sottolineato l’importanza del silenzio per dare forza e autenticità alla parola. Giovanni Battista, con la sua vita austera e il suo cuore puro, emerge come esempio di come il silenzio possa nutrire una testimonianza genuina e incisiva.

Papa Francesco ha quindi invitato i fedeli a riflettere sul ruolo del silenzio nelle loro vite, ponendo domande incisive: è un silenzio vuoto e opprimente o uno spazio di ascolto e preghiera? La propria vita è segnata dalla sobrietà o è sovraccarica di cose superflue? Ha sottolineato l’importanza di andare controcorrente, valorizzando il silenzio, la sobrietà e l’ascolto, elementi essenziali per diventare “voci credibili” nell’annuncio del Vangelo.

Infine, Papa Francesco ha invocato l’intercessione di Maria, la Vergine del silenzio, affinché aiuti i credenti ad amare il “deserto”, inteso come spazio di ascolto e interiorità, per prepararsi all’accoglienza del Figlio di Dio che viene.

L’Angelus del Papa: il silenzio e la sobrietà per accogliere il messaggio di Gesù

Città del Vaticano. Nella seconda domenica di Avvento, Papa Francesco, rivolgendosi ai fedeli raccolti in Piazza San Pietro, ha riflettuto sulla figura di Giovanni Battista, descritto nel Vangelo secondo Marco come “voce di uno che grida nel deserto”. Il Pontefice ha sottolineato il contrasto simbolico tra il deserto, luogo di silenzio e essenzialità, e la voce, strumento di comunicazione e annuncio.

Il Papa ha evidenziato il significato profondo del deserto nella vita spirituale: un luogo dove si è chiamati a concentrarsi sull’indispensabile, liberandosi del superfluo. Ha messo in luce come, nella società contemporanea, sia essenziale saper distinguere l’importante dall’inutile, spogliandosi del “di più” per fare spazio alla Parola di Dio. Questo spazio viene trovato nel silenzio e nella preghiera, elementi fondamentali per una vita cristiana autentica e profonda.

Rivolgendosi poi alla seconda immagine, quella della voce, il Pontefice ha riflettuto su come essa esprima ciò che matura nel silenzio, dall’ascolto dello Spirito. Ha sottolineato l’importanza del silenzio per dare forza e autenticità alla parola. Giovanni Battista, con la sua vita austera e il suo cuore puro, emerge come esempio di come il silenzio possa nutrire una testimonianza genuina e incisiva.

Papa Francesco ha quindi invitato i fedeli a riflettere sul ruolo del silenzio nelle loro vite, ponendo domande incisive: è un silenzio vuoto e opprimente o uno spazio di ascolto e preghiera? La propria vita è segnata dalla sobrietà o è sovraccarica di cose superflue? Ha sottolineato l’importanza di andare controcorrente, valorizzando il silenzio, la sobrietà e l’ascolto, elementi essenziali per diventare “voci credibili” nell’annuncio del Vangelo.

Infine, Papa Francesco ha invocato l’intercessione di Maria, la Vergine del silenzio, affinché aiuti i credenti ad amare il “deserto”, inteso come spazio di ascolto e interiorità, per prepararsi all’accoglienza del Figlio di Dio che viene.

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