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L’Angelus del Papa: un viaggio nel deserto interiore per la Quaresima

Città del Vaticano. Nella prima Domenica di Quaresima, il Papa ci invita a riflettere su un momento significativo della vita di Gesù, tentato nel deserto, raccontato dall’evangelista Marco (Mc 1,12-15). Questa narrazione non è solo un racconto di eventi passati, ma un invito attuale rivolto a ciascuno di noi per “entrare nel deserto”, un luogo simbolico dove ci confrontiamo con le nostre tentazioni, passioni, e allo stesso tempo, con la possibilità di essere sorretti e guidati dagli angeli. 

Il deserto, caratterizzato dal silenzio e dall’isolamento, diventa metafora del nostro mondo interiore, un invito a dedicare tempo all’ascolto del cuore e al contatto con la nostra verità più profonda. In questo spazio, possiamo trovare sia “bestie selvatiche” che angeli, rappresentazioni delle sfide e delle ispirazioni che incontriamo nella nostra vita spirituale.  

Il Papa identifica le “bestie selvatiche” con le passioni disordinate che agitano il cuore: la bramosia della ricchezza, che ci imprigiona nell’insoddisfazione; la vanità del piacere, che ci condanna alla solitudine; l’avidità della fama, che genera insicurezza. Queste passioni, se non controllate, possono divorare la nostra libertà interiore. La Quaresima diventa quindi un tempo privilegiato per affrontare e domare queste “bestie”, riconducendoci verso una libertà più autentica. 

Accanto alle sfide, nel deserto ci sono anche gli angeli, messaggeri di Dio che ci offrono aiuto e protezione. Contrariamente alle passioni che cercano di possedere, gli angeli sono simbolo del servizio e dell’amore disinteressato. Essi rappresentano le ispirazioni divine che portano pace al cuore, unificano la nostra essenza e ci avvicinano al “sapore del Cielo”. L’ascolto di queste ispirazioni richiede silenzio e preghiera, elementi essenziali del periodo quaresimale.

Il Papa ci lascia con due domande fondamentali per il nostro cammino quaresimale: quali sono le “bestie selvatiche” che turbano il nostro cuore e se siamo disposti a ritirarci nel “deserto”, dedicando tempo al silenzio e alla preghiera, per ascoltare la voce di Dio. 

La Quaresima, attraverso la metafora del deserto, ci invita a un viaggio interiore di confronto con le nostre tentazioni e alla ricerca di un rinnovato contatto con il divino, guidati dalla speranza che anche nel nostro deserto, gli angeli possano sostenerci e guidarci verso una Pasqua di resurrezione e libertà interiore.

L’Angelus del Papa: un viaggio nel deserto interiore per la Quaresima

Città del Vaticano. Nella prima Domenica di Quaresima, il Papa ci invita a riflettere su un momento significativo della vita di Gesù, tentato nel deserto, raccontato dall’evangelista Marco (Mc 1,12-15). Questa narrazione non è solo un racconto di eventi passati, ma un invito attuale rivolto a ciascuno di noi per “entrare nel deserto”, un luogo simbolico dove ci confrontiamo con le nostre tentazioni, passioni, e allo stesso tempo, con la possibilità di essere sorretti e guidati dagli angeli. 

Il deserto, caratterizzato dal silenzio e dall’isolamento, diventa metafora del nostro mondo interiore, un invito a dedicare tempo all’ascolto del cuore e al contatto con la nostra verità più profonda. In questo spazio, possiamo trovare sia “bestie selvatiche” che angeli, rappresentazioni delle sfide e delle ispirazioni che incontriamo nella nostra vita spirituale.  

Il Papa identifica le “bestie selvatiche” con le passioni disordinate che agitano il cuore: la bramosia della ricchezza, che ci imprigiona nell’insoddisfazione; la vanità del piacere, che ci condanna alla solitudine; l’avidità della fama, che genera insicurezza. Queste passioni, se non controllate, possono divorare la nostra libertà interiore. La Quaresima diventa quindi un tempo privilegiato per affrontare e domare queste “bestie”, riconducendoci verso una libertà più autentica. 

Accanto alle sfide, nel deserto ci sono anche gli angeli, messaggeri di Dio che ci offrono aiuto e protezione. Contrariamente alle passioni che cercano di possedere, gli angeli sono simbolo del servizio e dell’amore disinteressato. Essi rappresentano le ispirazioni divine che portano pace al cuore, unificano la nostra essenza e ci avvicinano al “sapore del Cielo”. L’ascolto di queste ispirazioni richiede silenzio e preghiera, elementi essenziali del periodo quaresimale.

Il Papa ci lascia con due domande fondamentali per il nostro cammino quaresimale: quali sono le “bestie selvatiche” che turbano il nostro cuore e se siamo disposti a ritirarci nel “deserto”, dedicando tempo al silenzio e alla preghiera, per ascoltare la voce di Dio. 

La Quaresima, attraverso la metafora del deserto, ci invita a un viaggio interiore di confronto con le nostre tentazioni e alla ricerca di un rinnovato contatto con il divino, guidati dalla speranza che anche nel nostro deserto, gli angeli possano sostenerci e guidarci verso una Pasqua di resurrezione e libertà interiore.

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