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Francesco incontra i membri del Sinodo della Chiesa Armena Cattolica: “i vescovi siano dediti al gregge”

Città del Vaticano. Durante un’udienza con i membri del Sinodo della Chiesa Patriarcale Armena di Cilicia, tenutasi a Roma il 28 febbraio, il Pontefice, nonostante un lieve stato influenzale, ha voluto far giungere il suo messaggio attraverso le parole di un collaboratore, Mons. Filippo Ciampanelli.

Il Santo Padre ha manifestato vicinanza e conforto a coloro che soffrono per le vicissitudini nel Nagorno-Karabakh, regione dilaniata da una storia lunga e complessa di conflitti, esprimendo solidarietà alle numerose famiglie sfollate, invocando un mondo in cui il grido della pace possa toccare anche i cuori più induriti dall’indifferenza verso le sofferenze dei più poveri e degli umili.

Nel corso del suo discorso, il Papa ha sottolineato l’importanza di una scelta ponderata e ispirata per i futuri vescovi, enfatizzando la necessità che questi siano veri pastori, dediti alla cura del proprio gregge e non mossi da ambizioni personali o materiali. Ha introdotto l’espressione “adulterio pastorale” per descrivere quei vescovi che considerano la propria diocesi non come una missione di fede, ma come un trampolino di lancio per carriere più prestigiose, perdendo di vista il vero senso del loro servizio ecclesiastico.

Papa Francesco ha poi richiamato l’attenzione sulla carità pastorale, essenziale per raggiungere i fedeli armeni dispersi in tutto il mondo, ricordando che la Chiesa, come madre amorevole, deve adoperarsi per garantire che ogni fedele possa sperimentare l’amore di Dio nella propria tradizione ecclesiale. Ha esortato a vivere la Quaresima con lo sguardo fisso sulla Croce, fonte di guarigione attraverso il perdono e l’amore, e a costruire su Cristo per superare odio, divisione, violenza e vendetta.

Ricordando la figura di San Gregorio l’Illuminatore, che portò la luce di Cristo al popolo armeno, il Papa ha evidenziato la responsabilità dei fedeli armeni di essere alba di profezia cristiana in un mondo spesso incline alle tenebre. Ha invitato a non trascurare la cura dei piccoli e dei poveri, promuovendo una vita evangelica autentica.

Infine, Francesco ha messo in luce l’importanza della preghiera e della preparazione dei Sinodi, affinché le decisioni prese siano sempre orientate al bene delle anime, con una trasparenza totale, specialmente in ambito economico. Ha chiuso il suo intervento con un appello alla vicinanza e al sostegno dei seminaristi e dei sacerdoti, soprattutto i più giovani, per incoraggiarli a non perdere la speranza e ad essere sempre aperti alla creatività dello Spirito Santo.

Francesco incontra i membri del Sinodo della Chiesa Armena Cattolica: “i vescovi siano dediti al gregge”

Città del Vaticano. Durante un’udienza con i membri del Sinodo della Chiesa Patriarcale Armena di Cilicia, tenutasi a Roma il 28 febbraio, il Pontefice, nonostante un lieve stato influenzale, ha voluto far giungere il suo messaggio attraverso le parole di un collaboratore, Mons. Filippo Ciampanelli.

Il Santo Padre ha manifestato vicinanza e conforto a coloro che soffrono per le vicissitudini nel Nagorno-Karabakh, regione dilaniata da una storia lunga e complessa di conflitti, esprimendo solidarietà alle numerose famiglie sfollate, invocando un mondo in cui il grido della pace possa toccare anche i cuori più induriti dall’indifferenza verso le sofferenze dei più poveri e degli umili.

Nel corso del suo discorso, il Papa ha sottolineato l’importanza di una scelta ponderata e ispirata per i futuri vescovi, enfatizzando la necessità che questi siano veri pastori, dediti alla cura del proprio gregge e non mossi da ambizioni personali o materiali. Ha introdotto l’espressione “adulterio pastorale” per descrivere quei vescovi che considerano la propria diocesi non come una missione di fede, ma come un trampolino di lancio per carriere più prestigiose, perdendo di vista il vero senso del loro servizio ecclesiastico.

Papa Francesco ha poi richiamato l’attenzione sulla carità pastorale, essenziale per raggiungere i fedeli armeni dispersi in tutto il mondo, ricordando che la Chiesa, come madre amorevole, deve adoperarsi per garantire che ogni fedele possa sperimentare l’amore di Dio nella propria tradizione ecclesiale. Ha esortato a vivere la Quaresima con lo sguardo fisso sulla Croce, fonte di guarigione attraverso il perdono e l’amore, e a costruire su Cristo per superare odio, divisione, violenza e vendetta.

Ricordando la figura di San Gregorio l’Illuminatore, che portò la luce di Cristo al popolo armeno, il Papa ha evidenziato la responsabilità dei fedeli armeni di essere alba di profezia cristiana in un mondo spesso incline alle tenebre. Ha invitato a non trascurare la cura dei piccoli e dei poveri, promuovendo una vita evangelica autentica.

Infine, Francesco ha messo in luce l’importanza della preghiera e della preparazione dei Sinodi, affinché le decisioni prese siano sempre orientate al bene delle anime, con una trasparenza totale, specialmente in ambito economico. Ha chiuso il suo intervento con un appello alla vicinanza e al sostegno dei seminaristi e dei sacerdoti, soprattutto i più giovani, per incoraggiarli a non perdere la speranza e ad essere sempre aperti alla creatività dello Spirito Santo.

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