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Fra Massimo Fusarelli: rispondere alle sfide del Mediterraneo significa rispondere al cambiamento in atto con nuovi paradigmi

Taranto. Fra Massimo Fusarelli, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, ha aperto la sessione pomeridiana del secondo giorno del Capitolo delle stuoie affermando che nel mondo attuale, come consacrati, non siamo più in grado di essere al centro dell’attenzione. Pertanto, si rende necessario ripensare la nostra presenza, le strutture conventuali che abitiamo e anche la relativa geografia. 

Questo processo di ridefinizione geografica è già in corso nel centro-nord Europa. È necessario “ripiantare il francescanesimo” oggi in uno scenario secolarizzato, che ci chiama ad essere presenti in modo differente. Per fare ciò è necessario dar vita a luoghi e laboratori a partire dai quali, guidati dal paradigma dell’alterità, venga rivisto il modo di essere francescani, per superare la non corrispondenza alle esigenze di un mondo che è profondamente cambiato. Questo processo di ridefinizione ci permetterà di tornare ad essere nuovamente polo di attrazione e di intercettazione dei nuovi “Zaccheo”. 

Il principale ostacolo nell’attivazione di tali processi è rappresentato dal fatto che facciamo fatica a toccare con mano i cambiamenti in essere nel mondo.

Concludendo, fra Massimo ha sottolineato che rispondere alle sfide del Mediterraneo significa rispondere al cambiamento in atto nelle realtà locali abitate dai francescani. Tale risposta sarà adeguata, se saremo guidati dal seguente interrogativo: “Come ci sfida la realtà nel nostro modo di credere?”. Dar vita a un nuovo umanesimo significa prendersi cura delle nostre vulnerabilità e di quelle altrui. 

Concluso l’intervento di fra Massimo Fusarelli, grazie alle testimonianze di fra Daniel Blanco e fra Francesco Zecca, è seguita la presentazione della Rete francescana del Mediterraneo e del Progetto OIKOS, Centro per l’ecologia integrale del Mediterraneo: laboratori che di fatto sono “scuole” di ripensamento del nostro carisma e delle nostre presenze.

Fra Massimo Fusarelli: rispondere alle sfide del Mediterraneo significa rispondere al cambiamento in atto con nuovi paradigmi

Taranto. Fra Massimo Fusarelli, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, ha aperto la sessione pomeridiana del secondo giorno del Capitolo delle stuoie affermando che nel mondo attuale, come consacrati, non siamo più in grado di essere al centro dell’attenzione. Pertanto, si rende necessario ripensare la nostra presenza, le strutture conventuali che abitiamo e anche la relativa geografia. 

Questo processo di ridefinizione geografica è già in corso nel centro-nord Europa. È necessario “ripiantare il francescanesimo” oggi in uno scenario secolarizzato, che ci chiama ad essere presenti in modo differente. Per fare ciò è necessario dar vita a luoghi e laboratori a partire dai quali, guidati dal paradigma dell’alterità, venga rivisto il modo di essere francescani, per superare la non corrispondenza alle esigenze di un mondo che è profondamente cambiato. Questo processo di ridefinizione ci permetterà di tornare ad essere nuovamente polo di attrazione e di intercettazione dei nuovi “Zaccheo”. 

Il principale ostacolo nell’attivazione di tali processi è rappresentato dal fatto che facciamo fatica a toccare con mano i cambiamenti in essere nel mondo.

Concludendo, fra Massimo ha sottolineato che rispondere alle sfide del Mediterraneo significa rispondere al cambiamento in atto nelle realtà locali abitate dai francescani. Tale risposta sarà adeguata, se saremo guidati dal seguente interrogativo: “Come ci sfida la realtà nel nostro modo di credere?”. Dar vita a un nuovo umanesimo significa prendersi cura delle nostre vulnerabilità e di quelle altrui. 

Concluso l’intervento di fra Massimo Fusarelli, grazie alle testimonianze di fra Daniel Blanco e fra Francesco Zecca, è seguita la presentazione della Rete francescana del Mediterraneo e del Progetto OIKOS, Centro per l’ecologia integrale del Mediterraneo: laboratori che di fatto sono “scuole” di ripensamento del nostro carisma e delle nostre presenze.

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