Città del Vaticano. Nell’udienza generale tenutasi oggi in Piazza San Pietro, Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, ha sottolineato la necessità la necessità di investire nella prevenzione e l’importanza del ruolo della Chiesa nella lotta contro questa piaga che affligge tantissime famiglie.
Il Pontefice ha ricordato le parole di San Giovanni Paolo II, evidenziando come l’abuso di droghe “impoverisce ogni comunità in cui è presente” e “distrugge la voglia di vivere e di contribuire a una società migliore”.
Papa Francesco ha anche espresso una forte condanna nei confronti dei trafficanti di droga, definendoli “assassini” e riprendendo le parole di Papa Benedetto XVI, che in passato aveva invitato i trafficanti a riflettere sul grave male causato, sottolineando che “Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto”.
Rigettando l’idea di liberalizzare l’uso delle droghe come soluzione al problema, il Papa ha chiarito che le politiche di liberalizzazione hanno portato solo ad un aumento del consumo, e ha ribadito l’importanza di combattere la produzione e il traffico di sostanze pericolose.
Inoltre, il Santo Padre ha messo in luce l’importanza della prevenzione, che può essere promossa attraverso l’educazione ai valori e la giustizia sociale, nonché il supporto a coloro che sono in difficoltà. Ha elogiato il lavoro di diverse comunità di recupero ispirate dal Vangelo e le iniziative di varie conferenze episcopali che lavorano per promuovere legislazioni e politiche adeguate per il trattamento delle persone dipendenti.
Il Papa ha anche fatto riferimento alla Pastoral Latinoamericana de Acompañamiento y Prevençión de Adicciones (PLAPA) e alle recenti iniziative dei Vescovi dell’Africa Australe, sottolineando il loro impegno a favore dei giovani come agenti di pace e speranza.
A conclusione dell’audienza, Papa Francesco ha pregato per la conversione dei criminali coinvolti nel traffico di droghe e ha rinnovato l’impegno della comunità cristiana nella lotta contro questa piaga. “Non possiamo essere indifferenti,” ha detto, evocando l’esempio di Gesù Cristo e il suo stile di prossimità verso i sofferenti e i marginalizzati.