Trieste. Nella giornata di ieri, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha aperto la 50ma edizione della Settimana Sociale dei Cattolici in Italia con un discorso incentrato sull’importanza di perseguire il bene comune, non solo nell’interesse della maggioranza ma di tutti i cittadini. L’evento, che si svolge fino a domenica, si concluderà con l’intervento di Papa Francesco.
Mattarella ha sottolineato che la democrazia è fondata sul principio di uguaglianza, riconoscendo che tutte le persone hanno pari dignità. Ha descritto la democrazia come uno strumento per affermare ideali di libertà, citando il suo predecessore Giorgio Napolitano e il filosofo Norberto Bobbio per ribadire che la democrazia va oltre le regole di funzionamento, includendo il rispetto dei diritti delle minoranze. Ha inoltre espresso preoccupazione per l’astensionismo elettorale, affermando che una democrazia senza partecipazione attiva dei cittadini è vulnerabile.
Durante il suo discorso, il Presidente ha evidenziato la necessità di una “democrazia sostanziale” che miri al bene di tutti e di ciascuno, citando Giuseppe Dossetti. Ha posto in luce l’importanza di “alfabetizzare” la democrazia, cioè di educare continuamente le nuove generazioni ai valori democratici, specialmente in un’epoca caratterizzata dalla tecnologia. Ha concluso auspicando che sempre più persone si uniscano nel cammino verso una democrazia inclusiva.
Prima di Mattarella, è intervenuto il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Zuppi ha ricordato la prima Settimana Sociale dei cattolici in Italia del 1907 a Pistoia, sottolineando che il cattolicesimo italiano non si è mai chiuso in se stesso ma ha sempre affrontato i temi sociali con un approccio caritatevole. Ha parlato della storia di dialogo interculturale e interreligioso di Trieste, una città di confine segnata anche da profonde ferite storiche.
Il Card. Zuppi ha citato figure come Alcide De Gasperi e San Giovanni Paolo II, richiamando i cattolici alle loro responsabilità sociali e politiche. Ha sottolineato che la pace e lo sviluppo richiedono un “amore politico” e che l’unità è un obiettivo dinamico da perseguire continuamente. Ha ringraziato coloro che partecipano attivamente alla vita pubblica nonostante le difficoltà e ha lodato chi si impegna per il bene comune, inclusi amministratori pubblici e cittadini che contribuiscono al progresso della società.
Affrontando le sfide moderne, Zuppi ha elencato problemi come l’inverno demografico, le disuguaglianze crescenti, l’abbandono scolastico e l’astensionismo elettorale. Ha parlato dell’importanza dell’accoglienza dei migranti, della transizione ecologica e della lotta contro la solitudine e le malattie psichiatriche. Ha evidenziato che la democrazia non si limita a istituzioni e leggi, ma richiede l’inclusione dei più fragili e il contrasto alla cultura dello scarto.
Il Presidente CEI ha concluso affermando che i cattolici desiderano essere protagonisti nella costruzione di una democrazia inclusiva, dove nessuno sia escluso. Ha richiamato l’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco come guida per costruire una società basata sull’amore e sulla fratellanza. Ha esortato i cattolici a incarnare uno stile di vita inclusivo e a lavorare per il bene comune con gioia e determinazione, esprimendo tutto l’amore per il proprio Paese.