Azione Francescana

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Papa Francesco: un invito a una fede autentica e un ricordo alle popolazioni colpite dalle inondazioni in Vietnam e Myanmar

Città del Vaticano. Prima del consueto Angelus domenicale, il Pontefice ha commentato il passo del Vangelo di Marco (8,29), in cui Gesù domanda ai suoi discepoli: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro risponde: «Tu sei il Cristo», riconoscendo la sua identità messianica. Nella sua riflessione il Papa ha sottolineato come, nonostante la correttezza delle parole, la comprensione di Pietro restasse ancora limitata.

Francesco ha evidenziato che, dietro la risposta di Pietro, si nascondeva ancora una mentalità umana, che immaginava un Messia potente e invincibile, incapace di soffrire. Tuttavia, Gesù, subito dopo, parla della sua imminente sofferenza e morte, trovando resistenza proprio in Pietro. Il Papa ha sottolineato che questa scena ci invita a riflettere sul fatto che la vera conoscenza di Cristo non può limitarsi a una comprensione teorica o dottrinale, ma deve tradursi in un incontro personale e trasformativo con Lui.

«Non basta sapere qualcosa di Gesù», ha detto Francesco. «Occorre mettersi alla sua sequela, lasciarsi toccare e cambiare dal suo Vangelo. Tutto cambia se davvero hai conosciuto Gesù!». Il Papa ha quindi ricordato l’importanza di una relazione autentica con Cristo, che non solo cambia il modo di pensare, ma trasforma le relazioni con gli altri e orienta le scelte della vita quotidiana.

Riferendosi alle parole del teologo luterano Dietrich Bonhoeffer, martire del nazismo, Francesco ha concluso la sua riflessione con una domanda essenziale: «Chi è Gesù per me e che posto occupa nella mia vita?». Invitando i fedeli a non restare “tranquilli” e distanti da questa domanda, ha proposto la Vergine Maria, madre di Gesù, come modello di intima conoscenza e sequela del Cristo.

Dopo aver recitato l’Angelus, il Pontefice ha rivolto il suo pensiero alle popolazioni del Vietnam e del Myanmar, colpite dalle inondazioni causate da un violento tifone. Ha espresso la sua vicinanza a chi ha perso i propri cari e la casa, e ha pregato per le vittime e i soccorritori impegnati sul campo.

Successivamente, Papa Francesco ha ricordato la beatificazione, avvenuta a Città del Messico, di Moisés Lira Serafín, sacerdote e fondatore delle Missionarie della Carità di Maria Immacolata. «Il suo zelo apostolico stimoli i sacerdoti a donarsi senza riserve per il bene spirituale del popolo santo di Dio», ha commentato, accompagnato da un applauso dei fedeli, in cui spiccavano bandiere messicane.

Il Papa ha poi rivolto un pensiero speciale ai malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), in occasione della Giornata nazionale italiana dedicata alla patologia, offrendo la sua preghiera per i malati e i loro familiari, e incoraggiando il proseguimento della ricerca scientifica.

Non è mancato un accorato appello per la pace in diverse regioni del mondo afflitte da conflitti. Francesco ha menzionato nuovamente l’Ucraina, il Myanmar e il Medio Oriente, con una particolare menzione al caso di Hersh Goldberg-Polin, un ostaggio ritrovato morto a Gaza. Il Papa ha ricordato il suo incontro con la madre del giovane e ha pregato per tutte le vittime del conflitto tra Israele e Palestina, rinnovando l’appello per la fine delle violenze e il rilascio degli ostaggi.

Infine, ha salutato i pellegrini presenti in Piazza San Pietro, provenienti da diverse nazioni, tra cui fedeli dalla Polonia, dalla Germania e partecipanti a una staffetta a piedi da Roma ad Assisi. «Buona domenica a tutti voi – ha concluso Francesco – e per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!».

Con queste parole, il Santo Padre ha chiuso il suo intervento, ricordando ancora una volta l’importanza della preghiera reciproca e della solidarietà tra i popoli.

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Papa Francesco: un invito a una fede autentica e un ricordo alle popolazioni colpite dalle inondazioni in Vietnam e Myanmar

Città del Vaticano. Prima del consueto Angelus domenicale, il Pontefice ha commentato il passo del Vangelo di Marco (8,29), in cui Gesù domanda ai suoi discepoli: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro risponde: «Tu sei il Cristo», riconoscendo la sua identità messianica. Nella sua riflessione il Papa ha sottolineato come, nonostante la correttezza delle parole, la comprensione di Pietro restasse ancora limitata.

Francesco ha evidenziato che, dietro la risposta di Pietro, si nascondeva ancora una mentalità umana, che immaginava un Messia potente e invincibile, incapace di soffrire. Tuttavia, Gesù, subito dopo, parla della sua imminente sofferenza e morte, trovando resistenza proprio in Pietro. Il Papa ha sottolineato che questa scena ci invita a riflettere sul fatto che la vera conoscenza di Cristo non può limitarsi a una comprensione teorica o dottrinale, ma deve tradursi in un incontro personale e trasformativo con Lui.

«Non basta sapere qualcosa di Gesù», ha detto Francesco. «Occorre mettersi alla sua sequela, lasciarsi toccare e cambiare dal suo Vangelo. Tutto cambia se davvero hai conosciuto Gesù!». Il Papa ha quindi ricordato l’importanza di una relazione autentica con Cristo, che non solo cambia il modo di pensare, ma trasforma le relazioni con gli altri e orienta le scelte della vita quotidiana.

Riferendosi alle parole del teologo luterano Dietrich Bonhoeffer, martire del nazismo, Francesco ha concluso la sua riflessione con una domanda essenziale: «Chi è Gesù per me e che posto occupa nella mia vita?». Invitando i fedeli a non restare “tranquilli” e distanti da questa domanda, ha proposto la Vergine Maria, madre di Gesù, come modello di intima conoscenza e sequela del Cristo.

Dopo aver recitato l’Angelus, il Pontefice ha rivolto il suo pensiero alle popolazioni del Vietnam e del Myanmar, colpite dalle inondazioni causate da un violento tifone. Ha espresso la sua vicinanza a chi ha perso i propri cari e la casa, e ha pregato per le vittime e i soccorritori impegnati sul campo.

Successivamente, Papa Francesco ha ricordato la beatificazione, avvenuta a Città del Messico, di Moisés Lira Serafín, sacerdote e fondatore delle Missionarie della Carità di Maria Immacolata. «Il suo zelo apostolico stimoli i sacerdoti a donarsi senza riserve per il bene spirituale del popolo santo di Dio», ha commentato, accompagnato da un applauso dei fedeli, in cui spiccavano bandiere messicane.

Il Papa ha poi rivolto un pensiero speciale ai malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), in occasione della Giornata nazionale italiana dedicata alla patologia, offrendo la sua preghiera per i malati e i loro familiari, e incoraggiando il proseguimento della ricerca scientifica.

Non è mancato un accorato appello per la pace in diverse regioni del mondo afflitte da conflitti. Francesco ha menzionato nuovamente l’Ucraina, il Myanmar e il Medio Oriente, con una particolare menzione al caso di Hersh Goldberg-Polin, un ostaggio ritrovato morto a Gaza. Il Papa ha ricordato il suo incontro con la madre del giovane e ha pregato per tutte le vittime del conflitto tra Israele e Palestina, rinnovando l’appello per la fine delle violenze e il rilascio degli ostaggi.

Infine, ha salutato i pellegrini presenti in Piazza San Pietro, provenienti da diverse nazioni, tra cui fedeli dalla Polonia, dalla Germania e partecipanti a una staffetta a piedi da Roma ad Assisi. «Buona domenica a tutti voi – ha concluso Francesco – e per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!».

Con queste parole, il Santo Padre ha chiuso il suo intervento, ricordando ancora una volta l’importanza della preghiera reciproca e della solidarietà tra i popoli.

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