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Amare Dio e il prossimo: il cuore della fede nella riflessione del Papa

Città del Vaticano. Nel messaggio di questa domenica rivolto ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus, il Papa ha commentato il Vangelo di Marco (Mc 12,28-34), soffermandosi su un episodio che avviene nel Tempio di Gerusalemme. In questo contesto, uno scriba si avvicina a Gesù e lo interroga sul “primo” dei comandamenti.

L’amore come centro della fede

Questa domanda non esprime solo una curiosità teologica, ma anche un’intima ricerca della verità: qual’è il comandamento capace di dare senso a tutti gli altri? Gesù risponde intrecciando i due comandamenti fondamentali della legge mosaica: “Amerai il Signore tuo Dio” e “amerai il tuo prossimo come te stesso.” La sua è una risposta che va al cuore della nostra fede, ha spiegato il Papa, perché ci indica non solo il comandamento principale ma anche il centro della nostra vita e del nostro cammino di fede.

La ricerca del “cuore” della vita

Come ha sottolineato, anche oggi siamo spesso confusi e dispersi tra mille pensieri. “Ma alla fine,” ha chiesto il Papa, “qual è la cosa più importante di tutte? Dove posso trovare il centro della mia vita, della mia fede?”È Gesù a indicarci la via: dobbiamo tornare a Dio e al prossimo, in una dinamica di amore che ci radica nella vita vera. Il cuore della fede, ha ribadito, è infatti l’amore, che diventa la fonte e il motore di ogni azione.

Un amore che unisce Dio e il prossimo

Il Papa ha inoltre voluto precisare che l’amore di Dio non può mai essere separato da quello per il prossimo, e ha ricordato ai fedeli che “le pratiche esteriori,” come sacrifici e rituali, non valgono nulla se non sono accompagnate da una disposizione sincera del cuore. Ciò che conta è amare, aprirsi agli altri, non rimanere chiusi in se stessi. Senza amore, anche le azioni più pie e le pratiche religiose diventano vuote.

Un esame di coscienza quotidiano

Gesù, ha concluso il Papa, verrà a chiederci come abbiamo amato, perché è proprio nell’amore che si misura la nostra fede. “L’amore per Dio e per il prossimo è il centro della mia vita?” ci ha chiesto il Papa, invitandoci a fare ogni giorno un esame di coscienza su questo tema essenziale. Ha poi invocato l’intercessione della Vergine Maria, esempio di amore puro e obbedienza a Dio, affinché ci aiuti a vivere questi comandamenti con cuore aperto e disponibile. 

Dopo l’Angelus

Al termine della riflessione, il Papa ha rivolto un messaggio di pace e speranza, ricordando un principio della Costituzione italiana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.” Ha esortato i fedeli presenti, affinché questo principio si realizzi in tutto il mondo, auspicando la fine dei conflitti e l’avvento del dialogo. In particolare, ha chiesto preghiere per i popoli martoriati dall’instabilità e dalla guerra, come l’Ucraina, la Palestina, Israele, Myanmar e il Sud Sudan. Infine, ha rivolto un pensiero alle comunità spagnole colpite duramente dalle recenti calamità, come Valencia, invitando a un atto concreto di solidarietà e vicinanza. “Cosa faccio io per la gente di Valencia?” ha chiesto ai fedeli, suggerendo di rispondere con la preghiera e con atti concreti di solidarietà.

Amare Dio e il prossimo: il cuore della fede nella riflessione del Papa

Città del Vaticano. Nel messaggio di questa domenica rivolto ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus, il Papa ha commentato il Vangelo di Marco (Mc 12,28-34), soffermandosi su un episodio che avviene nel Tempio di Gerusalemme. In questo contesto, uno scriba si avvicina a Gesù e lo interroga sul “primo” dei comandamenti.

L’amore come centro della fede

Questa domanda non esprime solo una curiosità teologica, ma anche un’intima ricerca della verità: qual’è il comandamento capace di dare senso a tutti gli altri? Gesù risponde intrecciando i due comandamenti fondamentali della legge mosaica: “Amerai il Signore tuo Dio” e “amerai il tuo prossimo come te stesso.” La sua è una risposta che va al cuore della nostra fede, ha spiegato il Papa, perché ci indica non solo il comandamento principale ma anche il centro della nostra vita e del nostro cammino di fede.

La ricerca del “cuore” della vita

Come ha sottolineato, anche oggi siamo spesso confusi e dispersi tra mille pensieri. “Ma alla fine,” ha chiesto il Papa, “qual è la cosa più importante di tutte? Dove posso trovare il centro della mia vita, della mia fede?”È Gesù a indicarci la via: dobbiamo tornare a Dio e al prossimo, in una dinamica di amore che ci radica nella vita vera. Il cuore della fede, ha ribadito, è infatti l’amore, che diventa la fonte e il motore di ogni azione.

Un amore che unisce Dio e il prossimo

Il Papa ha inoltre voluto precisare che l’amore di Dio non può mai essere separato da quello per il prossimo, e ha ricordato ai fedeli che “le pratiche esteriori,” come sacrifici e rituali, non valgono nulla se non sono accompagnate da una disposizione sincera del cuore. Ciò che conta è amare, aprirsi agli altri, non rimanere chiusi in se stessi. Senza amore, anche le azioni più pie e le pratiche religiose diventano vuote.

Un esame di coscienza quotidiano

Gesù, ha concluso il Papa, verrà a chiederci come abbiamo amato, perché è proprio nell’amore che si misura la nostra fede. “L’amore per Dio e per il prossimo è il centro della mia vita?” ci ha chiesto il Papa, invitandoci a fare ogni giorno un esame di coscienza su questo tema essenziale. Ha poi invocato l’intercessione della Vergine Maria, esempio di amore puro e obbedienza a Dio, affinché ci aiuti a vivere questi comandamenti con cuore aperto e disponibile. 

Dopo l’Angelus

Al termine della riflessione, il Papa ha rivolto un messaggio di pace e speranza, ricordando un principio della Costituzione italiana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.” Ha esortato i fedeli presenti, affinché questo principio si realizzi in tutto il mondo, auspicando la fine dei conflitti e l’avvento del dialogo. In particolare, ha chiesto preghiere per i popoli martoriati dall’instabilità e dalla guerra, come l’Ucraina, la Palestina, Israele, Myanmar e il Sud Sudan. Infine, ha rivolto un pensiero alle comunità spagnole colpite duramente dalle recenti calamità, come Valencia, invitando a un atto concreto di solidarietà e vicinanza. “Cosa faccio io per la gente di Valencia?” ha chiesto ai fedeli, suggerendo di rispondere con la preghiera e con atti concreti di solidarietà.

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