Azione Francescana

News dalla Chiesa

Dal timore alla speranza: l’invito di Papa Francesco a un cuore leggero

Città del Vaticano. Nella prima domenica di Avvento, Papa Francesco ha invitato i fedeli ad alzare lo sguardo in alto e a non lasciarsi appesantire il cuore dalle paure e dalle ansie del presente. Attraverso il Vangelo di Luca (Lc 21,25-28.34-36), ha sottolineato l’importanza di mantenere una vigilanza interiore e di confidare nell’amore di Dio, che opera anche nelle vicende più drammatiche della storia umana. Dopo l’Angelus, il Pontefice ha ricordato alcuni anniversari di pace, si è soffermato sulla situazione di diversi Paesi – dal Libano alla Siria, fino alla martoriata Ucraina – e ha ribadito l’urgenza di lavorare alla costruzione della pace.

L’invito di Gesù: cuore leggero e sguardo alto
Nel Vangelo proclamato questa domenica, Gesù richiama i suoi discepoli a non farsi trascinare dal terrore dei segni celesti o dalle tensioni terrene. Le sue parole – «Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina» – suonano come un incoraggiamento a non lasciarsi sopraffare dall’angoscia. In un contesto storico segnato da conflitti, calamità naturali e persecuzioni, il Signore chiede di mantenere il cuore leggero e vigile, non oppresso dalle preoccupazioni che oscurano la speranza.

Un cuore non appesantito dalla paura
Papa Francesco ha sviluppato la riflessione sottolineando come la paura e l’ansia possano divenire fardelli che schiacciano il cuore. Il rischio è chiudersi in se stessi, dimenticando la prospettiva più ampia del progetto salvifico di Dio. Il Maestro, al contrario, invita ad alzare lo sguardo, a interpretare gli eventi della vita e della storia con la luce della fede: solo così è possibile restare svegli interiormente, lasciando che la fiducia in Cristo allevi il peso delle nostre preoccupazioni.

L’Avvento: tempo di attesa e speranza
Con l’inizio dell’Avvento, la Chiesa entra in un periodo di attesa fiduciosa. È un’occasione per «alzare il capo» e allargare l’orizzonte, passando dal timore alla speranza. Papa Francesco ha incoraggiato tutti a interrogarsi sulla propria condizione interiore: abbiamo il cuore opprimente o leggero? Sappiamo guardare il quotidiano con gli occhi di Dio, oppure ci lasciamo travolgere dallo sconforto? L’Avvento diventa così un invito a ritrovare quella leggerezza che proviene dal saper riconoscere la presenza di un Dio vicino, capace di sostenere e rinnovare le nostre attese.

Lo sguardo di Maria
Infine, il Pontefice ha affidato i fedeli all’intercessione della Vergine Maria, modello di fiducia e apertura al progetto divino. Nelle prove della sua vita, Maria non si è lasciata appesantire, ma ha accolto con prontezza la volontà di Dio. In questo tempo di vigilanza, guardare a Lei significa imparare a tenere il cuore sveglio e gli occhi rivolti verso l’alto.

Dopo l’Angelus
Al termine della preghiera, il Papa ha ricordato il 40° anniversario del Trattato di Pace e di Amicizia tra Argentina e Cile, frutto di dialogo e mediazione, e ha espresso la sua gioia per il cessate il fuoco raggiunto in Libano e ha rivolto un accorato appello alla classe politica libanese affinché si elegga subito il Presidente della Repubblica e si ristabiliscano le normali funzioni istituzionali.

Il Pontefice ha poi esteso l’invito alla pace anche verso gli altri contesti di conflitto: Gaza, la Siria – dove i combattimenti si sono riaccesi – e soprattutto l’Ucraina, martoriata da quasi tre anni di guerra. Ha espresso la sua angoscia per le sofferenze inflitte a bambini, donne, anziani e persone vulnerabili, ricordando il pericolo dell’inverno in arrivo. Ha rinnovato l’appello alla comunità internazionale affinché investa nella riconciliazione.

Infine, il Papa ha salutato i pellegrini provenienti da diverse nazioni, invitando tutti ad un buon inizio di Avvento e, come di consueto, ha chiesto di non dimenticare di pregare per lui.

Dal timore alla speranza: l’invito di Papa Francesco a un cuore leggero

Città del Vaticano. Nella prima domenica di Avvento, Papa Francesco ha invitato i fedeli ad alzare lo sguardo in alto e a non lasciarsi appesantire il cuore dalle paure e dalle ansie del presente. Attraverso il Vangelo di Luca (Lc 21,25-28.34-36), ha sottolineato l’importanza di mantenere una vigilanza interiore e di confidare nell’amore di Dio, che opera anche nelle vicende più drammatiche della storia umana. Dopo l’Angelus, il Pontefice ha ricordato alcuni anniversari di pace, si è soffermato sulla situazione di diversi Paesi – dal Libano alla Siria, fino alla martoriata Ucraina – e ha ribadito l’urgenza di lavorare alla costruzione della pace.

L’invito di Gesù: cuore leggero e sguardo alto
Nel Vangelo proclamato questa domenica, Gesù richiama i suoi discepoli a non farsi trascinare dal terrore dei segni celesti o dalle tensioni terrene. Le sue parole – «Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina» – suonano come un incoraggiamento a non lasciarsi sopraffare dall’angoscia. In un contesto storico segnato da conflitti, calamità naturali e persecuzioni, il Signore chiede di mantenere il cuore leggero e vigile, non oppresso dalle preoccupazioni che oscurano la speranza.

Un cuore non appesantito dalla paura
Papa Francesco ha sviluppato la riflessione sottolineando come la paura e l’ansia possano divenire fardelli che schiacciano il cuore. Il rischio è chiudersi in se stessi, dimenticando la prospettiva più ampia del progetto salvifico di Dio. Il Maestro, al contrario, invita ad alzare lo sguardo, a interpretare gli eventi della vita e della storia con la luce della fede: solo così è possibile restare svegli interiormente, lasciando che la fiducia in Cristo allevi il peso delle nostre preoccupazioni.

L’Avvento: tempo di attesa e speranza
Con l’inizio dell’Avvento, la Chiesa entra in un periodo di attesa fiduciosa. È un’occasione per «alzare il capo» e allargare l’orizzonte, passando dal timore alla speranza. Papa Francesco ha incoraggiato tutti a interrogarsi sulla propria condizione interiore: abbiamo il cuore opprimente o leggero? Sappiamo guardare il quotidiano con gli occhi di Dio, oppure ci lasciamo travolgere dallo sconforto? L’Avvento diventa così un invito a ritrovare quella leggerezza che proviene dal saper riconoscere la presenza di un Dio vicino, capace di sostenere e rinnovare le nostre attese.

Lo sguardo di Maria
Infine, il Pontefice ha affidato i fedeli all’intercessione della Vergine Maria, modello di fiducia e apertura al progetto divino. Nelle prove della sua vita, Maria non si è lasciata appesantire, ma ha accolto con prontezza la volontà di Dio. In questo tempo di vigilanza, guardare a Lei significa imparare a tenere il cuore sveglio e gli occhi rivolti verso l’alto.

Dopo l’Angelus
Al termine della preghiera, il Papa ha ricordato il 40° anniversario del Trattato di Pace e di Amicizia tra Argentina e Cile, frutto di dialogo e mediazione, e ha espresso la sua gioia per il cessate il fuoco raggiunto in Libano e ha rivolto un accorato appello alla classe politica libanese affinché si elegga subito il Presidente della Repubblica e si ristabiliscano le normali funzioni istituzionali.

Il Pontefice ha poi esteso l’invito alla pace anche verso gli altri contesti di conflitto: Gaza, la Siria – dove i combattimenti si sono riaccesi – e soprattutto l’Ucraina, martoriata da quasi tre anni di guerra. Ha espresso la sua angoscia per le sofferenze inflitte a bambini, donne, anziani e persone vulnerabili, ricordando il pericolo dell’inverno in arrivo. Ha rinnovato l’appello alla comunità internazionale affinché investa nella riconciliazione.

Infine, il Papa ha salutato i pellegrini provenienti da diverse nazioni, invitando tutti ad un buon inizio di Avvento e, come di consueto, ha chiesto di non dimenticare di pregare per lui.

Cerca