Trieste. Nella bellissima cornice della città di Trieste, si è svolto dal 21 al 24 novembre il convegno nazionale che ogni anno vede coinvolti i direttori degli uffici per il dialogo ecumenico ed interreligioso (UDEDI). Il titolo dato all’evento ben rispecchia e sintetizza il cardine su cui si sono articolate le relazioni e gli eventi che hanno nutrito le ricche e proficue giornate. Lo scopo di questo breve articolo sarà quello di sintetizzare il messaggio globale che è arrivato a tutti coloro che hanno partecipato. Tuttavia è doveroso citare alcune delle personalità che hanno contribuito in modo significativo alla riuscita del convegno, mi si perdoni se per ovvi motivi non possono elencarli tutti: S.E. mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale CEI; mons. Derio Olivero, Presidente della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo della CEI; don Giuliano Savina, Direttore UNEDI; Mauro Ceruti, filosofo; Vincenzo Buonomo, Rettore Pontificia Università Urbaniana; Giuseppina De Simone, teologa e filosofa; Andrej Jeftic, direttore del Dipartimento Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico, ecc.
Il sentiero che tutti insieme abbiamo percorso è partito dalla constatazione oggettiva della necessità di investire significativamente sul dialogo, oggi profondamente in crisi, fatto che emerge chiaro del moltiplicarsi dei conflitti su tutti livelli e contesti. Sembra che la società abbia perso la capacità di confrontarsi senza cadere nella tentazione semplicistica e rozza dello scontro. Le parole chiare per i vari relatori sono state: complessità, relazione, interconnessione, andare verso l’altro.
Si è preso coscienza del fatto che l’ “altro da sé” e l’ “altro da noi” sono sempre meno considerati come risorsa, bellezza da esplorare, possibilità di arricchimento e novità che si offre, ma piuttosto prevale la paura e il sospetto. L’altro diventa così estraneo, verso cui non è più dovuta alcuna forma di riconoscimento e rispetto. Un processo che è partito dalle periferie del mondo per avvicinarsi sempre più pericolosamente alle oasi di “benessere” occidentale. Tale processo non si è avviato senza responsabilità da parte dei rappresentanti del potere politico e finanziario, specie dopo la drastica virata populista degli ultimi anni. Alcune di queste figure promuovendo un atteggiamento irrispettoso e spregiudicato verso i riferimenti tradizionalmente autorevoli, sia nel campo culturale che quello scientifico, hanno favorito il costituirsi dell’attuale situazione internazionale.
Al fine di aiutarci nel percepire l’urgenza che il contesto odierno ci pone davanti, sono state molto utili le brevi escursioni che ci sono state proposte: le Foibe; la Risiera di San Sabba: il conservatorio Giuseppe Tartini. Tutti luoghi emblematici del dramma tragico e atroce che nasce del mancato riconoscimento dell’altro, dal troncamento della relazione fondamentale con la coscienza di cui si fa capace l’uomo quando oscura la sua somiglianza con Dio. Molto preziosa, per questi momenti cosi intensi, è stata la guida spirituale di p. Guido Bertagna sj.
Molto intenso è stato il momento artistico offerto ai partecipanti del convegno che hanno potuto assistere al melologo (monologo musicato) intitolato Inumana ( di Rossella Spinosa e Laura Silvia Battaglia) un’opera che esplora il dramma della guerra tra Israele e Palestina, dalla parte di chi la subisce.
La Chiesa, come promotrice del dialogo e della fraternità universale, invita i suoi figli nell’impegno alla ricostruzione dei ponti interrotti ed il rafforzamento dei legami indeboliti. Da qui emerge l’importanza strategica degli operatori ecumenici, e di tutti i costruttori di pace. Occorre anche che questo sforzo sia articolato, sul piano teorico-formativo e sul piano operativo-pastorale.
A questo proposito sono stati molto utili i laboratori svolti nel secondo giorno del convegno. I partecipanti hanno avuto la possibilità di accedere a una scrivania virtuale dove ci è stato chiesto di inserire suggerimenti ed esperienze. Il materiale raccolto sarà valutato da un gruppo di esperti per l’elaborazione di un documento finale che avrà la funzione di orientamento metodologico e aiuto nelle definizione degli obbiettivi da perseguire a breve e a lungo termine.
I partecipanti hanno vissuto giorni intensi e proficui che hanno arricchito notevolmente la loro esperienza e fornito nuovi ed importanti strumenti. Molto apprezzata è stata la presenza di un discreto numero di giovani triestini che gioiosamente contribuito alla riuscita dell’evento.