Città del Vaticano. Questa domenica Papa Francesco ha recitato l’Angelus in forma “privata” dalla cappella di Santa Marta, per cautelare la sua salute, rivolgendo un messaggio di speranza e prossimità a tutti i fedeli, collegati da ogni parte del mondo tramite i mezzi di comunicazione. Nonostante l’assenza fisica in Piazza San Pietro, il Pontefice ha sottolineato la sua volontà di sentirsi vicino al popolo cristiano in questi ultimi giorni di Avvento.
Maria ed Elisabetta, l’abbraccio di due madri colme di speranza
Nella riflessione evangelica, il Santo Padre si è soffermato sul racconto di Luca (1,39-45), in cui Maria visita Elisabetta: due donne che, a dispetto delle differenti età, vivono la gioia del “dono straordinario della maternità”. Maria, gravida di Gesù, ed Elisabetta, in attesa di Giovanni, “hanno tanto di cui gioire”, ha spiegato il Papa, e sono protagoniste di un momento di profonda comunione, in cui la vita nascente diventa il centro di una gioia condivisa.
“Nessun bambino è un errore”
Papa Francesco ha voluto sottolineare come il Vangelo ci inviti a riconoscere la sacralità della vita in ogni bambino e nella sua mamma. “Nessun bambino è un errore”, ha ribadito con forza, citando un passaggio letto nel programma televisivo “A Sua Immagine”. Il Santo Padre ha poi rivolto un pensiero a tutte le donne incinte: “Benediciamo le mamme e diamo lode a Dio per il miracolo della vita!”. Ha ricordato con affetto anche piccoli gesti di cortesia come offrire il posto sui mezzi pubblici alle donne in attesa, definendoli “gesti di speranza e di rispetto”.
Il valore del “Bambinello” e la tradizione natalizia
Durante l’Angelus, Francesco ha benedetto i “Bambinelli” del presepe, mostrando egli stesso una statuina realizzata dagli aborigeni ecuadoriani, a lui donata dall’Arcivescovo di Santa Fé. “Possiamo chiederci – ha osservato il Papa – se davvero ringraziamo il Signore per essersi fatto uomo come noi”. E ha invitato tutti a custodire e difendere la vita dei più piccoli “fin dal loro concepimento”, riconoscendo la maternità come un dono sacro.
Dopo l’Angelus
Come di consueto, al termine dell’Angelus, Papa Francesco ha voluto accendere i riflettori sulle situazioni di conflitto nel mondo. In particolare, ha menzionato: il Mozambico, rivolgendo alla popolazione un messaggio di speranza, pace e riconciliazione; l’Ucraina, ancora sconvolta da devastazioni e violenze su scuole, ospedali e chiese; la Terra Santa e il Medio Oriente, luoghi da cui auspica possa giungere la voce di un Natale finalmente privo di conflitti; ed in fine Gaza, esprimendo dolore per la “crudeltà” di cui soffrono specialmente i bambini. “Preghiamo perché a Natale possa cessare il fuoco su tutti i fronti di guerra”, ha insistito il Papa, ricordando che “la guerra è sempre una sconfitta”.
Vicino a chi soffre, in particolare dopo la tragedia di Calenzano
Francesco ha poi salutato “tutti voi, romani e pellegrini”, esprimendo la sua solidarietà alle popolazioni che aspettano da tempo la bonifica dei territori inquinati e, in particolare, ha rivolto un pensiero a quanti hanno vissuto la recente tragedia di Calenzano.
La gioia con i bambini del Dispensario Santa Marta
Rievocando la mattinata trascorsa con i bambini e le mamme del Dispensario Santa Marta, il Pontefice ha ribadito: “Nessun bambino è un errore”, invitando ciascuno a non dimenticare di sostenere e accudire quanti sono in difficoltà. “Che nessuno rimanga solo in questi giorni”, è stato il monito del Pontefice: un appello particolarmente sentito in vista delle festività natalizie.
L’invito a custodire la famiglia e ad aprirsi alla gratuità del Natale
Con un saluto affettuoso ai bambini, ai genitori, ai nonni e a tutte le famiglie, Papa Francesco ha concluso la sua preghiera domenicale: “Per favore, non dimenticatevi di pregare per me”. Nonostante le difficoltà di salute, il Santo Padre ha comunicato un messaggio chiaro: Natale è il momento in cui rinnovare la custodia della vita, fare spazio alla speranza e alla solidarietà, riscoprendo il rispetto e la dignità di ogni persona, a partire dai più piccoli.
Così, dalla Cappella di Santa Marta, questa domenica è giunta una parola di vicinanza e incoraggiamento alla bontà e all’accoglienza, elementi essenziali del vero spirito del Natale.