Città del Vaticano. Nella domenica in cui la Chiesa celebra la Santa Famiglia di Nazaret, Papa Francesco si è affacciato come di consueto a mezzogiorno dalla finestra del Palazzo Apostolico per recitare l’Angelus con i fedeli presenti in Piazza San Pietro. Il Pontefice ha proposto una riflessione sul brano del Vangelo di Luca (2,41-52), in cui Gesù, ancora dodicenne, si trattiene nel Tempio di Gerusalemme senza avvisare i genitori, suscitando in Maria e Giuseppe angoscia e interrogativi.
Il racconto evangelico e la crisi familiare
Ripercorrendo il testo di Luca, il Santo Padre ha sottolineato la dimenisone umana dell’episodio, che mostra Maria e Giuseppe in apprensione, alla ricerca del figlio smarrito. Quasi una “crisi familiare”, l’ha definita il Papa, facendo notare come l’esperienza dell’incomprensione e dello smarrimento tocchi anche il cuore della Famiglia di Nazaret. “Non meravigliamoci se qualche volta in famiglia ci succede di non capirci”, ha detto Francesco, invitando tutti a chiedersi: “Ci siamo ascoltati tra noi?”.
Il Papa ha posto l’accento sulle parole di Maria, che prima di tutto chiede al figlio: «Figlio, perché ci hai fatto questo?» (Lc 2,48). Una domanda che mostra come la Vergine non cominci con il rimprovero, bensì con l’ascolto: “Maria non accusa e non giudica, ma cerca di capire come accogliere questo Figlio così diverso”, ha spiegato il Pontefice, evidenziando che “nella famiglia è più importante ascoltare che capire”.
Il valore del dialogo e dei pasti condivisi
Uno dei passaggi centrali della riflessione papale riguarda la necessità del dialogo, definito “un elemento importante per una famiglia”, e l’invito a non chiudersi nei propri silenzi o, peggio, nella distrazione dei dispositivi elettronici. “È bello stare insieme a tavola e parlare. Questo può risolvere tanti problemi, e soprattutto unisce le generazioni”, ha affermato il Papa, mettendo in guardia dal “tenere la testa sul cellulare”.
Secondo Francesco, l’ascolto è l’elemento attorno al quale ruota la vita familiare: riconoscere l’altro, ascoltarne bisogni e pensieri, diventa il primo passo verso la comprensione e l’armonia. E, persino nei momenti in cui non ci si capisce pienamente, come accadde a Maria e Giuseppe con Gesù, ciò che conta è continuare a comunicare, “un atto d’amore verso i propri cari”.
La Santa Famiglia come modello
“Perché la Famiglia di Nazaret è un modello?”, ha chiesto Papa Francesco. E la risposta è nella relazione viva e aperta: la Santa Famiglia dialoga, si ascolta, parla. Un esempio semplice, ma essenziale, da proporre alle famiglie di oggi, spesso segnate da incomprensioni e chiusure.
“Affrontiamo i problemi ascoltandoci a vicenda o ci chiudiamo nel mutismo?”, ha domandato il Pontefice, esortando i genitori a dedicare tempo ai figli. E ai giovani ha consigliato di non rinunciare al confronto con gli adulti, per non perdere il tesoro della loro esperienza e dei loro consigli.
Dopo l’Angelus
Dopo la recita dell’Angelus, il Santo Padre ha rivolto un saluto particolare alle famiglie in lutto a causa del “drammatico incidente aereo” avvenuto in Corea del Sud. Ha assicurato la sua preghiera per i sopravvissuti e per le vittime, esprimendo vicinanza ai parenti e agli amici.
Non è mancato un appello per le famiglie segnate dai conflitti in varie regioni del mondo, dalla “martoriata Ucraina” al Medio Oriente, fino al Myanmar, al Sudan e al Nord Kivu. Papa Francesco ha invitato a pregare affinché possano trovare finalmente pace, dignità e condizioni sicure di vita.
Saluti ai pellegrini e augurio di fine anno
Infine, il Pontefice ha salutato i fedeli di Pero-Cerchiate, del Decanato di Varese, i giovani di Cadoneghe e di San Pietro in Cariano, i ragazzi della Cresima di diverse parrocchie lombarde e gli Scout di Latina, Vasto e Soviore. Un pensiero anche ai “ragazzi dell’Immacolata”. Rivolgendosi a tutti, ha augurato “una buona domenica e una serena fine d’anno”, esortando i fedeli con le seguenti parole: “per favore, non dimenticatevi di pregare per me!”.