Città del Vaticano. Durante la celebrazione del Giubileo delle forze armate, di Polizia e di Sicurezza, Papa Francesco si è sofermato sulle tre azioni compiute da Gesù nel Vangelo del giorno: vide, salì, sedette. Tuttavia, a causa delle sue difficoltà respiratorie, il Pontefice ha potuto leggere solo una parte del testo, affidando la prosecuzione al Maestro delle Celebrazioni Liturgiche, monsignor Diego Ravelli.
Vide: uno sguardo di vicinanza, compassione e tenerezza
Commentando l’episodio evangelico in cui Gesù vede le barche vuote dei pescatori dopo una notte di fatica senza successo, Papa Francesco ha sottolineato la capacità del Signore di guardare con compassione e attenzione il dolore dell’uomo. “Non dimentichiamo questo: la compassione di Dio. I tre atteggiamenti di Dio sono vicinanza, compassione e tenerezza. Non dimentichiamo: Dio è vicino, Dio è tenero, Dio è compassionevole, sempre”, ha ribadito il Pontefice.
Salì: un invito all’azione
Dopo aver visto la delusione dei pescatori, Gesù non si limita a osservare, ma sale sulla barca di Simone. Questo gesto è simbolico: Dio non rimane spettatore delle nostre difficoltà, ma entra nelle situazioni di fallimento e delusione per trasformarle. “Egli invece prende l’iniziativa, va incontro a Simone, si ferma con lui in quel momento difficile e decide di salire sulla barca della sua vita”, ha spiegato il Papa.
Sedette: per insegnare
Infine, una volta salito sulla barca, Gesù si siede, assumendo la postura tipica del Maestro. “Sedette e insegnò”, dice il Vangelo. Gesù porta la buona notizia proprio dentro la delusione dei pescatori, insegnando che anche nei momenti di difficoltà è possibile ritrovare la speranza. Quando Dio entra nella nostra vita, tutto può rinascere: le reti si possono gettare di nuovo con fiducia.
Il messaggio per le Forze Armate
Rivolgendosi ai presenti, il Papa ha applicato queste tre azioni – vedere, salire, sedersi – alla missione delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza. Egli ha sottolineato che il loro compito richiede: Uno sguardo attento (vedere), capace di cogliere i pericoli che minacciano la vita dei cittadini e il bene comune. Un impegno concreto (salire), per non restare spettatori delle ingiustizie, ma intervenire per il bene della società. Una presenza educativa (sedersi), offrendo testimonianza di legalità, giustizia e lealtà a tutta la comunità.
No allo spirito di guerra
Il Papa ha poi ammonito contro la tentazione di coltivare uno spirito di guerra, ricordando che il vero obiettivo delle Forze dell’ordine e dei militari deve essere la difesa della vita e della pace. “Vi chiedo per favore di vigilare: vigilare contro la tentazione di coltivare uno spirito di guerra; vigilare per non essere sedotti dal mito della forza e dal rumore delle armi; vigilare per non essere mai contaminati dal veleno della propaganda dell’odio”, ha detto con forza il Pontefice.
Il ruolo dei Cappellani: una presenza di Cristo tra i militari
Papa Francesco ha anche ricordato l’importanza dei Cappellani militari, che non devono mai servire per “benedire perverse azioni di guerra”, ma essere invece segni della presenza di Cristo tra coloro che operano per la sicurezza e la giustizia. Essi sono chiamati ad accompagnare spiritualmente, offrire ascolto e incoraggiare chi serve il bene comune. Nel concludere, il Papa ha espresso gratitudine per il servizio svolto dalle forze armate e di Polizia, ma ha anche ribadito il fine ultimo del loro operato: difendere la vita, promuovere la pace, combattere ogni ingiustizia. Con un’esortazione accorata, ha invitato tutti a essere testimoni coraggiosi dell’amore di Dio e a lavorare insieme per un mondo più giusto e fraterno: “Siate testimoni coraggiosi dell’amore di Dio Padre, che ci vuole fratelli tutti. E, insieme, camminiamo per costruire una nuova era di pace, di giustizia e di fraternità.“