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Don Tonino Bello: Artefice di Pace

Al sorgere del sole del 24 febbraio 2022, le forze russe avviavano un’offensiva sul territorio ucraino. Così, quella che il presidente Putin definiva “operazione militare speciale”, si rivelava guerra aperta e brutale, che incontra tuttora una ferma reazione di condanna della comunità internazionale. Ma ciò non basta. Bisogna che tutti desiderino la pace, che invochino la pace, che parlino di pace e che inorridiscano di fronte al silenzio o all’indifferenza rispetto ad una possibile guerra atomica. Tutti, perché la pace non è l’impegno di una cerchia ristretta, ma è un cammino, tutto in salita, che deve essere intrapreso da ogni uomo. E di questo, don Tonino è stato annunciatore e testimone credibile; il 3 novembre 1985, egli fu nominato presidente nazionale di “Pax Christi” e grazie a tale incarico le sue convinzioni si consolidarono al punto che la loro eco giunse fino alla stampa nazionale.

La sua azione va letta all’interno di notevoli iniziative a favore della pace attraverso annunci e denunce, informazione e formazione, idealità e concretezza. Certamente, il tema della pace nel magistero del vescovo molfettese non costituiva una protesta sociale fine a sé stessa, ma si nutriva di verità bibliche e si calibrava sul magistero pontificio. L’invito del salmo 34 risuonava come monito nel suo cuore: “Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, ricerca la pace e perseguila”. La pace è un’urgenza che non può essere dimenticata nelle retrovie impervie della storia o negli accampamenti sicuri dei miseri progetti umani, né può arrestarsi per l’illusoria idea che siano sempre gli altri a doversi impegnare a fondo. Don Tonino è sceso in campo, si è schierato contro le strutture di peccato che dilagano senza sosta nel tessuto politico, economico e sociale, e si è messo in prima fila accanto alle vittime di ingiustizia, ai disoccupati, ai sofferenti, ai giovani senza ideali e senza futuro. La pace è un dono che scende dal cielo, ma Dio, avendo scelto l’uomo nella costruzione di un mondo degno di lui, gli ha affidato l’onere di rendere fruibile quel bene. Don Tonino ricorre alla similitudine della pace che, come acqua, scende dal cielo, ma perché raggiunga chi ne deve beneficiare serve qualcuno che la incanali.

Occorrono testimoni come lui che hanno saputo interpellare con convinzione il mondo civile ed ecclesiastico, senza mai proclamare un pacifismo ipotetico o soltanto ideologico. Egli ha alzato la voce di fronte al tema delle armi, del commercio clandestino, della distribuzione iniqua delle ricchezze, della militarizzazione del territorio, dei problemi dell’indigenza, del debito estero dei paesi terzomondisti, della guerra nel Golfo e nell’ex Jugoslavia. La sua più grande convinzione era che “la pace non è tanto un valore da promuovere, ma una persona da seguire: Gesù. Scommettere su di essa significa scommettere sull’uomo. Anzi, sull’uomo nuovo. Su Cristo: Egli è la nostra pace. E lui non delude. La guerra che si sta consumando in Ucraina è un segno chiaro che il mondo necessita di testimoni audaci come don Tonino che condannino ogni forma di guerra, anche quelle di dimensioni inferiori e senza visibilità mediatica.

fra Alessandro Mastromatteo, ofmVice Postulatore della Causa di don Tonino Bello

Don Tonino Bello: Artefice di Pace

Al sorgere del sole del 24 febbraio 2022, le forze russe avviavano un’offensiva sul territorio ucraino. Così, quella che il presidente Putin definiva “operazione militare speciale”, si rivelava guerra aperta e brutale, che incontra tuttora una ferma reazione di condanna della comunità internazionale. Ma ciò non basta. Bisogna che tutti desiderino la pace, che invochino la pace, che parlino di pace e che inorridiscano di fronte al silenzio o all’indifferenza rispetto ad una possibile guerra atomica. Tutti, perché la pace non è l’impegno di una cerchia ristretta, ma è un cammino, tutto in salita, che deve essere intrapreso da ogni uomo. E di questo, don Tonino è stato annunciatore e testimone credibile; il 3 novembre 1985, egli fu nominato presidente nazionale di “Pax Christi” e grazie a tale incarico le sue convinzioni si consolidarono al punto che la loro eco giunse fino alla stampa nazionale.

La sua azione va letta all’interno di notevoli iniziative a favore della pace attraverso annunci e denunce, informazione e formazione, idealità e concretezza. Certamente, il tema della pace nel magistero del vescovo molfettese non costituiva una protesta sociale fine a sé stessa, ma si nutriva di verità bibliche e si calibrava sul magistero pontificio. L’invito del salmo 34 risuonava come monito nel suo cuore: “Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, ricerca la pace e perseguila”. La pace è un’urgenza che non può essere dimenticata nelle retrovie impervie della storia o negli accampamenti sicuri dei miseri progetti umani, né può arrestarsi per l’illusoria idea che siano sempre gli altri a doversi impegnare a fondo. Don Tonino è sceso in campo, si è schierato contro le strutture di peccato che dilagano senza sosta nel tessuto politico, economico e sociale, e si è messo in prima fila accanto alle vittime di ingiustizia, ai disoccupati, ai sofferenti, ai giovani senza ideali e senza futuro. La pace è un dono che scende dal cielo, ma Dio, avendo scelto l’uomo nella costruzione di un mondo degno di lui, gli ha affidato l’onere di rendere fruibile quel bene. Don Tonino ricorre alla similitudine della pace che, come acqua, scende dal cielo, ma perché raggiunga chi ne deve beneficiare serve qualcuno che la incanali.

Occorrono testimoni come lui che hanno saputo interpellare con convinzione il mondo civile ed ecclesiastico, senza mai proclamare un pacifismo ipotetico o soltanto ideologico. Egli ha alzato la voce di fronte al tema delle armi, del commercio clandestino, della distribuzione iniqua delle ricchezze, della militarizzazione del territorio, dei problemi dell’indigenza, del debito estero dei paesi terzomondisti, della guerra nel Golfo e nell’ex Jugoslavia. La sua più grande convinzione era che “la pace non è tanto un valore da promuovere, ma una persona da seguire: Gesù. Scommettere su di essa significa scommettere sull’uomo. Anzi, sull’uomo nuovo. Su Cristo: Egli è la nostra pace. E lui non delude. La guerra che si sta consumando in Ucraina è un segno chiaro che il mondo necessita di testimoni audaci come don Tonino che condannino ogni forma di guerra, anche quelle di dimensioni inferiori e senza visibilità mediatica.

fra Alessandro Mastromatteo, ofmVice Postulatore della Causa di don Tonino Bello

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