Fra Gianni Mastromarino, frate e sacerdote dall’anima blues, ha fatto dell’arte il centro della sua vocazione francescana, esprimendola nella musica, nella pittura, nella fotografia, nella scrittura. Arte e fede sono diventate per lui esperienze di vita totali, frutto di un lavoro e di una dedizione capaci di investire l’essere più profondo della persona.
Ed è stato così anche tra i mesi di febbraio e marzo di quest’anno, quando fra Gianni si è recato a Betlemme, presso il convento di Santa Caterina, per trascorrere un tempo nella comunità francescana al servizio della Basilica della Natività.
In questo contesto, fra Gianni ha potuto immergersi nel Mistero e rimanere in ascolto dei luoghi che, insieme alle braccia di Maria, hanno accolto e cullato Gesù per la prima volta.
Da quest’esperienza così intima e spirituale, sono nate opere di straordinaria bellezza, in primis l’istallazione “Cammino di speranza” esposta presso il “Dar Al-Majus”, ovvero la “Casa dei Magi”. Quest’ultima è una realtà dalla vocazione, al tempo stesso, locale e internazionale, inaugurata il 9 giugno 2022 dal Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, che ospita gli uffici dell”Associazione Pro Terra Sancta ”, un centro-ascolto, aule per la formazione e l’orientamento di giovani e di donne (anche con l’obiettivo di contrastare l’emigrazione), spazi espositivi, gallerie d’arte e un bazar solidale. È un luogo nato come segno di luce e speranza in una terra benedetta, troppo spesso oltraggiata dall’odio e dalle divisioni.
L’installazione “Cammino di speranza” è stata protagonista di una serata-evento organizzata il 2 marzo alla presenza di fra Ibrahim Fartas, vicario della Custodia di Terrasanta, di Giuseppe Fedele, console Italiano in Israele, del direttore regionale della missione pontificia a Gerusalemme Joseph Hazboun, oltre che di numerosi amici della “Casa dei Magi”. L’opera è la manifestazione concreta e visibile di una dimensione tutta spirituale: camminare sulla via della speranza è il senso ultimo dell’esistenza umana, perché è desiderio di “Assoluto”, è ricerca di Dio, è vittoria sull’abisso. L’installazione è realizzata con legno di abete e di rovere ed è disegnata con gessetto e carboncino. Rappresenta la Sacra Famiglia che incontra un viandante senza volto, anzi col volto di specchio, perché, in realtà, quel viandante rappresenta ognuno di noi, è ognuno di noi. Sullo sfondo, che ricorda alcuni squarci del territorio circostante di Betlemme, giace un arbusto per metà melograno (l’albero della vita) e per metà ulivo (l’albero della pace e della prosperità). Su di esso aleggiano quattro colombe bianche a semicerchio, simbolo di semplicità, purezza, innocenza e fedeltà.
“Ogni pellegrino, come i magi guidati dalla stella, arriva qui da lontano, per donare, onorare e adorare. E, come i pastori incuriositi e coinvolti dall’annuncio degli angeli, può riportare con sé la ricchezza più pura e autentica che si possa trovare.
A Betlemme si realizza l’incontro con il Dio umile e bambino, che, con lo sguardo sereno, accoglie ogni uomo in tutte le sue fragilità. Qui diventa vivo l’incontro con la Santa Famiglia che rende ogni essere umano “figlio e fratello”, “figlia e sorella”. Per questo Betlemme è il luogo della “Vita” e da qui si può rinascere”, ha dichiarato fra Gianni in un suo intervento durante la serata del 2 marzo.
In quest’occasione, fra Gianni ha parlato anche della sua passione per l’arte e per la musica, eseguendo alcune composizioni tratte dai suoi lavori discografici e ha presentato altre opere venute alla luce in questo tempo trascorso nell’abbraccio di Betlemme.
Sono lavori partoriti dal legno, “materia viva della natura”, come ama definirlo fra Gianni, e raccontano di San Francesco mentre sorregge fra le braccia Gesù bambino benedicente e di Santa Chiara mentre sorregge l’ostensorio eucaristico, nello stupore di una santità vissuta come pieno affidamento all’amore di Dio. Tali immagini sono state donate alla comunità francescana che le ha collocate nel refettorio del convento di Santa Caterina e, domenica 5 marzo, sono state benedette dal guardiano fra Enrique Segovia.
Altre opere, come un’istallazione realizzata su riquadri di legno di rovere raffigurante la sacra famiglia e i re magi, e un’immagine raffigurante la natura, realizzata su legno d’ulivo, sono rimaste esposte nel contesto del “Dar Al-Majus”. Un volto di San Francesco, sempre su legno d’ulivo, invece, è stato donato al Custode di Terrasanta Francesco Patton.
Ancora una volta, nell’esperienza di fra Gianni, si è realizzato il miracolo frutto dell“ingenuo viaggiare”, che accade e si rivela quando ci si mette in cammino per essere al “servizio”.
Viaggiare è sempre andare incontro al proprio sogno per abbracciarlo, e, al tempo stesso, è diventare “sogno” per l’altro. Dal “sì” a questa chiamata speciale in Terrasanta, sono nati, oltre a tanti frutti spirituali e artistici, frutti preziosi legati alla scoperta del volto del fratello. E questo ha permesso a fra Gianni di dichiarare: “L’esperienza a Betlemme è stata indimenticabile e molto intensa. Ringrazio Dio per questa preziosa tappa raggiunta nel percorso dell’ingenuo viaggiare, per ogni fratello e sorella incontrati, per Betlemme luogo dove rinascere”.
Di Maria Giangrande