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Provincia in festa a Monte Sant’Angelo

Il tempo è ancora incerto, le nuvole tardano a lasciare spazio al cielo azzurro quando diversi sai cominciano a popolare il santuario S. Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo. In questo luogo dalla secolare memoria, punto nodale della rotta di innumerevoli pellegrini cristiani di tutti i tempi, ancora una volta la nostra Provincia si ritrova per rinvigorire il cammino fraterno vivendo un tempo di formazione, di preghiera e di lode all’Altissimo per il dono della vocazione francescana e presbiterale di tanti fratelli.

Ancora una volta, sulle orme del Serafico Padre San Francesco, fattosi anche lui pellegrino su questo monte proprio perché «ripeteva spesso che si deve onorare in modo più solenne il beato Michele» (2Cel 197; FF 785), abbiamo voluto restituire a Dio tutto il bene ricevuto nella nostra vita di Frati Minori. L’abbiamo fatto fermandoci a riflettere insieme all’arcivescovo Josè Rodriguez Carballo, già Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori per un decennio (2003-2013) ed attualmente Segretario del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

Il tema dell’incontro formativo conteneva già nel titolo scelto una tensione provocatoria: «I consacrati: ancora lavoratori o già disoccupati?». La tensione al rinnovarsi, intrinseca al francescanesimo, porta ad interrogarsi sempre più spesso su questo argomento oggi tutt’altro che marginale, se non proprio urgente. Nel suo intervento, P. Josè è riuscito a fissare un binomio che, se non ci porta immediatamente alla soluzione della questione, è senz’altro l’unica bussola a cui poterci affidare: fedeltà al Vangelo e custodia della profezia del carisma francescano. D’altronde non è forse vero che «la Regola e vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo»?

L’approfondimento iniziale proposto dall’arcivescovo, di carattere biblico, ha senz’altro ribadito la nobilissima natura teologica del lavoro e del lavoratore, non potendo comprendere nulla dell’uomo se non attraverso di Dio stesso che ce lo rivela nel Verbo incarnato (cfr. GS 22).
Riflettendo a partire dall’atto creativo divino (Gen 1,15), dove Dio stesso assume i tratti dell’occupazione e del riposo, fino alla condizione assunta da Gesù nel periodo della vita precedente alla sua missione pubblica, Carballo ha mostrato tutta la portata vocazionale del lavoro. Una vocazione da riscoprire e bisognosa di riconciliazione, poiché ferita anch’essa dal peccato. (Gen 3) Tuttavia, è la successiva prospettiva francescana a gettare luce proprio su questo tema ricordandoci un valore nel quale, come figli di Francesco d’Assisi, siamo innestati: la minorità.

Il nostro ex-ministro generale, facendo eco agli insegnamenti ricevuti dal suo maestro durante l’anno di noviziato, ha ribadito con forza: «Non si può parlare di opzione preferenziale per i poveri senza lavorare quanto i poveri». È chiaro allora che interrogarsi sul tema del lavoro ha per noi francescani un’importanza vitale, data la nostra genetica solidarietà con chi nella società non ricopre i primi posti. Ancora, nella riflessione, è stato impossibile ignorare l’importanza della relazione tra il lavoro di un frate e la vita della fraternità stessa in cui vive. È impossibile per noi, in quanto battezzati ed in quanto frati, pensarci da soli. È impossibile immaginare la nostra missione senza iniziare col prenderci cura dei fratelli che il buon Dio ci ha messo accanto.

Il sine proprio professato nei voti – ha ribadito P. Josè – non ci deve portare alla ricerca miope dell’ostentazione di una falsa miseria, bensì all’essere inquieti mendicanti di senso, cercando di non smettere mai di sognare, restituendo sempre all’Onnipotente quella grazia che il lavoro stesso ci dona.
Al termine dell’intervento di mons. Carballo, il Ministro provinciale fra Alessandro Mastromatteo ha invitato fra Tommaso Rignanese a consegnare il proprio dono, realizzato per l’occasione: un’icona di san Giuseppe dormiente, o sognante, sarebbe il caso di dire.

È con questo carico di desiderio e sana inquietudine che la fraternità provinciale si è recata nella Celeste Basilica per celebrare l’Eucaristia, il più grande rendimento di grazie. All’interno della celebrazione più di una ventina di frati hanno innalzato il loro inno di lode a Dio per gli anniversari della propria vestizione, professione dei voti o ordinazione presbiterale.
È importante confermarci nell’appar-tenenza a questa Provincia, stringerci nel vincolo di carità che ci permette, dovunque siamo, di mostrarci familiari reciprocamente (cfr. RB VI) pur sapendo che, come ha ripetuto più volte P. Josè, «il nostro chiostro è il mondo» e la nostra vita non può e non deve esaurirsi nei limiti della nostra ristrettezza geografica o ideologica.
Riprendiamo, dunque, ancora una volta il nostro cammino per il mondo sicuri dell’intercessione del Serafico Padre Francesco e della sua benedizione, corroborati dalla gioia dell’amore fraterno che anche stavolta abbiamo avuto il privilegio, mai scontato, di celebrare

Di Francesco Maddalena OFM

Provincia in festa a Monte Sant’Angelo

Il tempo è ancora incerto, le nuvole tardano a lasciare spazio al cielo azzurro quando diversi sai cominciano a popolare il santuario S. Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo. In questo luogo dalla secolare memoria, punto nodale della rotta di innumerevoli pellegrini cristiani di tutti i tempi, ancora una volta la nostra Provincia si ritrova per rinvigorire il cammino fraterno vivendo un tempo di formazione, di preghiera e di lode all’Altissimo per il dono della vocazione francescana e presbiterale di tanti fratelli.

Ancora una volta, sulle orme del Serafico Padre San Francesco, fattosi anche lui pellegrino su questo monte proprio perché «ripeteva spesso che si deve onorare in modo più solenne il beato Michele» (2Cel 197; FF 785), abbiamo voluto restituire a Dio tutto il bene ricevuto nella nostra vita di Frati Minori. L’abbiamo fatto fermandoci a riflettere insieme all’arcivescovo Josè Rodriguez Carballo, già Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori per un decennio (2003-2013) ed attualmente Segretario del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

Il tema dell’incontro formativo conteneva già nel titolo scelto una tensione provocatoria: «I consacrati: ancora lavoratori o già disoccupati?». La tensione al rinnovarsi, intrinseca al francescanesimo, porta ad interrogarsi sempre più spesso su questo argomento oggi tutt’altro che marginale, se non proprio urgente. Nel suo intervento, P. Josè è riuscito a fissare un binomio che, se non ci porta immediatamente alla soluzione della questione, è senz’altro l’unica bussola a cui poterci affidare: fedeltà al Vangelo e custodia della profezia del carisma francescano. D’altronde non è forse vero che «la Regola e vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo»?

L’approfondimento iniziale proposto dall’arcivescovo, di carattere biblico, ha senz’altro ribadito la nobilissima natura teologica del lavoro e del lavoratore, non potendo comprendere nulla dell’uomo se non attraverso di Dio stesso che ce lo rivela nel Verbo incarnato (cfr. GS 22).
Riflettendo a partire dall’atto creativo divino (Gen 1,15), dove Dio stesso assume i tratti dell’occupazione e del riposo, fino alla condizione assunta da Gesù nel periodo della vita precedente alla sua missione pubblica, Carballo ha mostrato tutta la portata vocazionale del lavoro. Una vocazione da riscoprire e bisognosa di riconciliazione, poiché ferita anch’essa dal peccato. (Gen 3) Tuttavia, è la successiva prospettiva francescana a gettare luce proprio su questo tema ricordandoci un valore nel quale, come figli di Francesco d’Assisi, siamo innestati: la minorità.

Il nostro ex-ministro generale, facendo eco agli insegnamenti ricevuti dal suo maestro durante l’anno di noviziato, ha ribadito con forza: «Non si può parlare di opzione preferenziale per i poveri senza lavorare quanto i poveri». È chiaro allora che interrogarsi sul tema del lavoro ha per noi francescani un’importanza vitale, data la nostra genetica solidarietà con chi nella società non ricopre i primi posti. Ancora, nella riflessione, è stato impossibile ignorare l’importanza della relazione tra il lavoro di un frate e la vita della fraternità stessa in cui vive. È impossibile per noi, in quanto battezzati ed in quanto frati, pensarci da soli. È impossibile immaginare la nostra missione senza iniziare col prenderci cura dei fratelli che il buon Dio ci ha messo accanto.

Il sine proprio professato nei voti – ha ribadito P. Josè – non ci deve portare alla ricerca miope dell’ostentazione di una falsa miseria, bensì all’essere inquieti mendicanti di senso, cercando di non smettere mai di sognare, restituendo sempre all’Onnipotente quella grazia che il lavoro stesso ci dona.
Al termine dell’intervento di mons. Carballo, il Ministro provinciale fra Alessandro Mastromatteo ha invitato fra Tommaso Rignanese a consegnare il proprio dono, realizzato per l’occasione: un’icona di san Giuseppe dormiente, o sognante, sarebbe il caso di dire.

È con questo carico di desiderio e sana inquietudine che la fraternità provinciale si è recata nella Celeste Basilica per celebrare l’Eucaristia, il più grande rendimento di grazie. All’interno della celebrazione più di una ventina di frati hanno innalzato il loro inno di lode a Dio per gli anniversari della propria vestizione, professione dei voti o ordinazione presbiterale.
È importante confermarci nell’appar-tenenza a questa Provincia, stringerci nel vincolo di carità che ci permette, dovunque siamo, di mostrarci familiari reciprocamente (cfr. RB VI) pur sapendo che, come ha ripetuto più volte P. Josè, «il nostro chiostro è il mondo» e la nostra vita non può e non deve esaurirsi nei limiti della nostra ristrettezza geografica o ideologica.
Riprendiamo, dunque, ancora una volta il nostro cammino per il mondo sicuri dell’intercessione del Serafico Padre Francesco e della sua benedizione, corroborati dalla gioia dell’amore fraterno che anche stavolta abbiamo avuto il privilegio, mai scontato, di celebrare

Di Francesco Maddalena OFM

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