Essere preziosa agli occhi del Signore, parte insostituibile del Suo progetto d’amore per ogni uomo, è una scoperta che faccio ogni giorno, da quando, in un momento di difficoltà personale, la Parola di Dio è entrata nella mia vita. Attraversavo un momento di forte crisi per la perdita di una persona cui ero molto legata; i miei tanti “perché” mi avevano allontanata dal Signore, dalla preghiera, da quella voce che avevo sentito risuonare nel mio cuore tanti anni prima ad Assisi, perché non mi sentivo degna di un amore così…
Eppure i pensieri del Signore sono diversi dai nostri pensieri: Lui era lì, fedele e paziente, in silenzio, ad aspettarmi. Era nei tramonti e nei cieli stellati donati al mio sguardo, nei volti e nell’amore di ogni persona insostituibile che ha posto nella mia vita. E tutto questo non mi bastava; sentivo di non essere felice, completa; sentivo che il vuoto, l’inquietudine soffocavano il mio cuore.
Arrivai così in Monastero la prima volta, persa nella mia mancanza di senso, inconsapevole di quello che, dopo tre anni di ascolto paziente e discreto e di cammino con le mie sorelle alla luce del Vangelo, il Signore ed io avremmo scelto per la mia vita. L’ascolto della Parola, ogni giorno, è stato davvero lampada ai miei passi; il mio provare a rispondere a Lui con la preghiera, mi ha dato un respiro nuovo; ma soprattutto, risentire la voce di Dio parlare alla mia vita era quello che davvero mi mancava, la vibrazione che è riuscita a riaccendere i miei desideri più profondi, facendomi ritrovare nell’anima una nostalgia di bellezza, tracciando vie che mi portassero oltre il male e oltre il dolore, per percepire in tutta me stessa che con Lui e in Lui la vita vince. Vince sempre.
Durante il periodo del postulato ho scoperto sempre più che la vocazione è un dono immenso, profondo. Dio mi chiama alla gioia e alla responsabilità, mi chiama al silenzio dell’ascolto e all’annuncio instancabile; soprattutto mi chiama a una cosa difficilissima: essere me stessa, nella libertà, nei talenti, nelle fragilità. Dopo tanto cercare, tante domande, tante esperienze, mi sono resa conto che il Signore mi ha sempre accompagnata, custodita, amata, salvata e dal mio cuore è nato quel “sì” grato e libero che sgorga non più da un affannoso cercare, ma dalla pace dell’essere trovata da Lui, in ogni istante, in ogni spazio, in ogni respiro.
L’8 settembre, nel giorno della natività della Vergine Maria, ho ricevuto il saio francescano, iniziando il tempo forte del noviziato nella fraternità di Sorelle Povere di Santa Chiara di Mola di Bari. L’inquietudine e genialità di Francesco, la sua profonda spiritualità unita alla missione, e la libertà e determinazione di Chiara, che hanno saputo fondere carità e ardore missionario nella clausura, mi hanno affascinato profondamente e sono state la via che ho provato a percorrere, fra attese e paure, scoperte e cadute. La cosa più bella è che il Signore è sempre stato lì ad aspettarmi, a tendermi la mano, a rialzarmi e a condurmi ad un passo più in là, un passo alla volta.
Per me la Vestizione è stato un rendere visibile la meravigliosa bellezza che ha rivestito il mio cuore: in questo abito c’è la Sua giustizia, la Sua sapienza, la Sua pace e, soprattutto, il Suo donarsi incondizionato per me sulla croce, per puro Amore. Al mio nome di battesimo, Cristina, “consacrata a Cristo” che da sempre mi ha parlato del Suo amore, facendomi sentire scelta e prediletta, insieme alla Madre e alle Sorelle, abbiamo voluto aggiungere il nome Miryam, “amata da Dio”, perché davvero nella mia vita ho sentito quest’amore folle, creativo, protettivo, fedele del Signore.
Ora continuo a pregare per ogni giovane; prego per te, perché ascolti l’inquietudine che ti abita e perché in tanto cercare, ti lasci trovare da Dio, Gli permetti di intercettarti in ogni battito, in ogni pensiero, riscoprendo in te stesso i primi germogli d’eternità, le tracce dell’Infinito che è in te. Il Signore ha avuto bisogno del “sì” di Maria per realizzare il Suo sogno di salvezza, del “sì” di Francesco e di Chiara per realizzare il Suo sogno di fraternità, ha bisogno del mio e del tuo “sì”, per fare di ogni vita una “meraviglia stupenda” (Sal 138).
Di Sr. Cristina Miryam, OSC