“La Forma di vita dell’Ordine delle Sorelle Povere, istituita dal beato Francesco, è questa: osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo” (RsC). Con questo incipit l’ispirazione di Francesco risulta subito “CHIARA”: poterla ancora oggi, dopo 800 anni, abbracciare come forma della mia vita attraverso la professione religiosa è già promessa di gioia piena che, con l’aiuto di Dio e delle Sorelle, spero di portare a compimento!
L’11 agosto 2021, solennità della nostra. Madre santa Chiara, è stata e resterà una data memorabile per il ‘sì’ della mia professione temporanea che mi impegna a manifestare la bellezza di Chiara oggi. Un ‘sì’ accompagnato e sostenuto dal ‘sì’ della vita e vocazione dei tanti presenti alla celebrazione: famiglie, sacerdoti, fratelli e sorelle religiosi, amiche e amici di vecchia e nuova data che lasciandosi coinvolgere dalla gioia di un nuovo ‘sì’, hanno fatto di quel momento di Chiesa, una Chiesa in festa.
La temporaneità della mia promessa a Dio include la consapevolezza della maturazione della scelta che apre il cammino ad una storia di vita, la mia, che sempre più si dispieghi come storia di Dio. È consegna di abbandono fiducioso e libero verso un inedito che assume i contorni della quotidianità e che prende forma nel rimboccarti le maniche, per essere disponibile a donarti nel servizio e nella preghiera.
Quando mi sono affacciata in monastero, cercavo una vita alternativa, quasi un altro da me; ma quello che cerchi altrove è un’allerta che, colta nel modo giusto, mette in moto e avvia una ricerca che porta oltre la visuale ristretta dove talvolta la vita si può impantanare, nel desiderio di sperimentare la gioia di ‘vita in abbondanza’ che ci è stata promessa.
Così in quell’11 agosto in cui ho potuto rispondere al dono della vocazione di sorella povera, si è aperta la strada a quell’alternativa di vita possibile se, detta in parole povere, sa “rimanere” nel proposito di osservare il santo Vangelo. Questa via già preparata e segnata per noi dalla vita del Figlio di Dio ‘perché ne seguiamo le orme’, ci rende profezia di semplicità e testimonianza di fraternità, nella accoglienza dei doni dello Spirito che possono arricchire di novità il mio cammino con le Sorelle, nella Chiesa e nell’Ordine.
La mia gioia si fa gratitudine per il dono dei Fratelli della nostra Provincia serafica e per coloro che hanno accompagnato il mio cammino e contribuito a rendere più bella la mia festa. Disegno il mio grazie per loro e per tutti con l’immagine evangelica della vite e dei tralci, immagine consegnata nel Vangelo giovanneo di quel giorno benedetto e che ha sigillato l’intima gioia con la quale ho risposto all’Altissimo che mi ha scelta e chiamata, per ‘rimanere nel suo amore’.
Questa è la Parola che segna il punto fermo nel mio cammino di sequela dietro il Cristo che si fa povero fino alla nostra umanità per mendicare il nostro amore: “rimanete in me per portare frutto”. Accolgo questo paradosso, che parla di rimanere in ascolto della vita che spinge ad una fedeltà dinamica e creativa, dove Dio ‘fa nuove tutte le cose’.
Rimango in questo amore e ne faccio relazione, dialogo, reciprocità, integrazione, innamoramento. Ne faccio la mia vita e ne ricevo l’abbraccio dalla fraternità che mi accoglie, dove si condivide l’impegno a restare uniti al Vangelo, Parola che ara la terra della propria volontà.
“Avverto profondamente che questa è la nostra comune chiamata nella Chiesa di oggi per il mondo che Dio ama: ascoltare e accogliere la parola evangelica, perché la vita ne sia trasformata e lasci esprimere la potenza dello Spirito che la abita e la porti verso la sua pienezza, che è vita eterna, Amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, eterna danza aperta a tutte le creature. E questa pienezza ha il nome di vite liberate e redente, capaci perciò di diventare veramente fraterne e lievito di fraternità per molte e molti oggi” (Min. Generale ofm).
La sequela radicale di Cristo povero e crocifisso, il chiostro di Chiara vissuto con le sue sorelle a San Damiano e quello di Francesco vissuto con i suoi fratelli sulle strade del mondo, ci chiedono di cercare insieme ciò che veramente ci unisce e di essere segno di speranza per il nostro tempo. Resto come Francesco e Chiara nello spazio claustrale e monastico di questa mia San Damiano, profezia di un luogo di comunione, per accogliere, ascoltare, intercedere, rimanere connessi, sporcarsi le mani, curare e coltivare la passione di un servizio generoso, fecondo di lode e gratitudine.
Se è vero che il Vangelo orienta la vita alla conversione, è anche vero che la vita ci aiuta ad ascoltare la parola evangelica nel cammino sempre nuovo dell’esistenza, immersa nel cambiamento della storia. Lo Spirito del Signore ispiri ogni desiderio, coltivi e irrighi ogni fase di crescita del buon frutto di Vangelo che la mia vita potrà maturare nella lode benedicente al ‘Datore di ogni bene’ che, ‘per sua grazia e misericordia’, mi ha resa sorella povera!
Di sr. Viviana Visicchio OSC