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L’Udienza generale del Papa:   il Presepe di Greccio e la chiamata alla sobrietà, allo stupore e alla gioia

Durante l’udienza di oggi, Papa Francesco ha riflettuto sul significato profondo del presepe, in occasione del suo 800° anniversario dalla “creazione” a Greccio per mano di San Francesco. Il Pontefice ha posto l’accento sulle origini e sull’intenzione di questo simbolo natalizio, nonché sulle sue implicazioni spirituali e sociali per i fedeli di oggi.

Il presepe, ha spiegato il Papa, è nato dall’intento di San Francesco di rappresentare l’umiltà e la povertà della nascita di Gesù, evidenziando la sua condizione materiale disadorna e semplice. Questo simbolo va oltre la mera rappresentazione artistica, toccando l’anima dello spettatore con la sua genuinità e semplicità. Il biografo di San Francesco, Tommaso da Celano, descrive Greccio come una nuova Betlemme, luogo dove la semplicità evangelica, la povertà e l’umiltà risplendono.

Il Papa ha sottolineato l’importanza dello stupore religioso di fronte al mistero dell’incarnazione del Verbo, un atteggiamento che va oltre la semplice ammirazione estetica o storica. Questo stupore è fondamentale per una fede autentica e profonda, che non sia superficiale o meramente “informatica”.

Il presepe viene inoltre presentato come una scuola di sobrietà, un richiamo significativo in un’epoca di consumismo crescente, soprattutto durante il periodo natalizio. Il consumismo, secondo il Papa, può distogliere l’attenzione dal vero significato del Natale, che dovrebbe essere caratterizzato da una semplicità che rispecchia quella della nascita di Gesù. Il presepe invita a riflettere su ciò che veramente conta: la presenza di Dio, le relazioni umane e l’importanza di mettere le persone prima delle cose.

Al di là della sobrietà, il presepe parla anche di gioia, una gioia che va oltre il mero divertimento. La testimonianza biografica descrive la gioia grandissima provata dalle persone che assistettero alla rappresentazione a Greccio, una gioia che scaturisce dalla vicinanza di Gesù, dalla tenerezza e dalla compassione di Dio.

Questa gioia natalizia non deriva dai regali o dalle celebrazioni sontuose, ma dal cuore traboccante di felicità per la vicinanza di Gesù. Guardando al presepe e pregando davanti ad esso, i fedeli possono sentire la vicinanza, la tenerezza e la compassione di Dio, che li aiuta nella vita di ogni giorno.

In conclusione, Papa Francesco ha descritto il presepe come un “pozzo” dal quale attingere la vicinanza di Dio, una sorgente di speranza e gioia. Il presepe è un Vangelo vivo, un luogo d’incontro dove portare a Gesù le attese e le preoccupazioni della vita. Il Papa ha invitato i fedeli a contemplare il presepe con uno spirito di stupore, per sperimentare la vera gioia che esso offre.

L’Udienza generale del Papa:   il Presepe di Greccio e la chiamata alla sobrietà, allo stupore e alla gioia

Durante l’udienza di oggi, Papa Francesco ha riflettuto sul significato profondo del presepe, in occasione del suo 800° anniversario dalla “creazione” a Greccio per mano di San Francesco. Il Pontefice ha posto l’accento sulle origini e sull’intenzione di questo simbolo natalizio, nonché sulle sue implicazioni spirituali e sociali per i fedeli di oggi.

Il presepe, ha spiegato il Papa, è nato dall’intento di San Francesco di rappresentare l’umiltà e la povertà della nascita di Gesù, evidenziando la sua condizione materiale disadorna e semplice. Questo simbolo va oltre la mera rappresentazione artistica, toccando l’anima dello spettatore con la sua genuinità e semplicità. Il biografo di San Francesco, Tommaso da Celano, descrive Greccio come una nuova Betlemme, luogo dove la semplicità evangelica, la povertà e l’umiltà risplendono.

Il Papa ha sottolineato l’importanza dello stupore religioso di fronte al mistero dell’incarnazione del Verbo, un atteggiamento che va oltre la semplice ammirazione estetica o storica. Questo stupore è fondamentale per una fede autentica e profonda, che non sia superficiale o meramente “informatica”.

Il presepe viene inoltre presentato come una scuola di sobrietà, un richiamo significativo in un’epoca di consumismo crescente, soprattutto durante il periodo natalizio. Il consumismo, secondo il Papa, può distogliere l’attenzione dal vero significato del Natale, che dovrebbe essere caratterizzato da una semplicità che rispecchia quella della nascita di Gesù. Il presepe invita a riflettere su ciò che veramente conta: la presenza di Dio, le relazioni umane e l’importanza di mettere le persone prima delle cose.

Al di là della sobrietà, il presepe parla anche di gioia, una gioia che va oltre il mero divertimento. La testimonianza biografica descrive la gioia grandissima provata dalle persone che assistettero alla rappresentazione a Greccio, una gioia che scaturisce dalla vicinanza di Gesù, dalla tenerezza e dalla compassione di Dio.

Questa gioia natalizia non deriva dai regali o dalle celebrazioni sontuose, ma dal cuore traboccante di felicità per la vicinanza di Gesù. Guardando al presepe e pregando davanti ad esso, i fedeli possono sentire la vicinanza, la tenerezza e la compassione di Dio, che li aiuta nella vita di ogni giorno.

In conclusione, Papa Francesco ha descritto il presepe come un “pozzo” dal quale attingere la vicinanza di Dio, una sorgente di speranza e gioia. Il presepe è un Vangelo vivo, un luogo d’incontro dove portare a Gesù le attese e le preoccupazioni della vita. Il Papa ha invitato i fedeli a contemplare il presepe con uno spirito di stupore, per sperimentare la vera gioia che esso offre.

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