Azione Francescana

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Papa Francesco invita ad avere fede durante le tempeste della vita

Città del Vaticano. In una soleggiata domenica di giugno, Papa Francesco ha esortato i fedeli presenti in Piazza San Pietro e collegati da tutto il mondo a riflettere sul Vangelo del giorno nel quale viene presentato Gesù sulla barca con i discepoli nel lago di Tiberiade, quando una forte tempesta rischia di affondare la barca. Nel citare il passaggio in cui Gesù si sveglia e minacciando il vento ritorna alla calma (cfr Mc 4,35-41), il Papa ha evidenziato che non è Gesù a svegliarsi da solo, ma sono i discepoli, presi dalla paura, a svegliarlo. La sera prima era stato Gesù a dire ai discepoli di salire in barca e attraversare il lago, una situazione che, nonostante la loro esperienza come pescatori, li mette in difficoltà a causa della tempesta.

Sembra che Gesù voglia metterli alla prova, ma non li lascia soli: è con loro sulla barca, tranquillo, addirittura abbandonato al sonno, e la sua presenza li rassicura, li incoraggia ad avere più fede e li accompagna oltre il pericolo. Papa Francesco ha chiesto: “Perché Gesù si comporta così?” per rafforzare la fede dei discepoli e renderli più coraggiosi. Dopo questa esperienza, i discepoli diventano più consapevoli della natura divina di Gesù e della sua presenza in mezzo a loro, più forti e pronti ad affrontare ostacoli e difficoltà, compresa la paura di annunciare il Vangelo. Superata questa prova con Gesù, sapranno affrontarne molte altre, fino alla croce e al martirio, per portare il Vangelo a tutte le genti.

Anche con noi, Gesù fa lo stesso, specialmente nell’Eucaristia: ci riunisce attorno a Sé, ci dona la sua Parola, ci nutre con il suo Corpo e il suo Sangue e poi ci invita a prendere il largo per trasmettere a tutti quello che abbiamo sentito e condividere con tutti quello che abbiamo ricevuto, nella vita di ogni giorno, anche quando “il mare è in tempesta”. Gesù non ci risparmia le contrarietà, ma senza mai abbandonarci, ci aiuta ad affrontarle, ci fa coraggiosi. Così, anche noi, superando le difficoltà con il suo aiuto, impariamo a stringerci a Lui, a superare le incertezze e le esitazioni, le chiusure e i preconcetti, con coraggio e grandezza di cuore, per dire a tutti che il Regno dei Cieli è presente e che con Gesù al nostro fianco possiamo farlo crescere insieme al di là di ogni barriera.

Il Santo padre ha rivolto ai fedeli i seguenti interrogativi per la riflessione personale: nei momenti di prova, so fare memoria delle volte in cui ho sperimentato nella mia vita la presenza e l’aiuto del Signore? Quando arriva qualche tempesta, mi lascio travolgere dall’agitazione oppure mi stringo a Lui, per ritrovare calma e pace nella preghiera, nel silenzio, nell’ascolto della Parola, nell’adorazione e nella condivisione fraterna della fede? “La Vergine Maria, che accolse con umiltà e coraggio la volontà di Dio, ci doni, nei momenti difficili, la serenità dell’abbandono in Lui”.

Papa Francesco invita ad avere fede durante le tempeste della vita

Città del Vaticano. In una soleggiata domenica di giugno, Papa Francesco ha esortato i fedeli presenti in Piazza San Pietro e collegati da tutto il mondo a riflettere sul Vangelo del giorno nel quale viene presentato Gesù sulla barca con i discepoli nel lago di Tiberiade, quando una forte tempesta rischia di affondare la barca. Nel citare il passaggio in cui Gesù si sveglia e minacciando il vento ritorna alla calma (cfr Mc 4,35-41), il Papa ha evidenziato che non è Gesù a svegliarsi da solo, ma sono i discepoli, presi dalla paura, a svegliarlo. La sera prima era stato Gesù a dire ai discepoli di salire in barca e attraversare il lago, una situazione che, nonostante la loro esperienza come pescatori, li mette in difficoltà a causa della tempesta.

Sembra che Gesù voglia metterli alla prova, ma non li lascia soli: è con loro sulla barca, tranquillo, addirittura abbandonato al sonno, e la sua presenza li rassicura, li incoraggia ad avere più fede e li accompagna oltre il pericolo. Papa Francesco ha chiesto: “Perché Gesù si comporta così?” per rafforzare la fede dei discepoli e renderli più coraggiosi. Dopo questa esperienza, i discepoli diventano più consapevoli della natura divina di Gesù e della sua presenza in mezzo a loro, più forti e pronti ad affrontare ostacoli e difficoltà, compresa la paura di annunciare il Vangelo. Superata questa prova con Gesù, sapranno affrontarne molte altre, fino alla croce e al martirio, per portare il Vangelo a tutte le genti.

Anche con noi, Gesù fa lo stesso, specialmente nell’Eucaristia: ci riunisce attorno a Sé, ci dona la sua Parola, ci nutre con il suo Corpo e il suo Sangue e poi ci invita a prendere il largo per trasmettere a tutti quello che abbiamo sentito e condividere con tutti quello che abbiamo ricevuto, nella vita di ogni giorno, anche quando “il mare è in tempesta”. Gesù non ci risparmia le contrarietà, ma senza mai abbandonarci, ci aiuta ad affrontarle, ci fa coraggiosi. Così, anche noi, superando le difficoltà con il suo aiuto, impariamo a stringerci a Lui, a superare le incertezze e le esitazioni, le chiusure e i preconcetti, con coraggio e grandezza di cuore, per dire a tutti che il Regno dei Cieli è presente e che con Gesù al nostro fianco possiamo farlo crescere insieme al di là di ogni barriera.

Il Santo padre ha rivolto ai fedeli i seguenti interrogativi per la riflessione personale: nei momenti di prova, so fare memoria delle volte in cui ho sperimentato nella mia vita la presenza e l’aiuto del Signore? Quando arriva qualche tempesta, mi lascio travolgere dall’agitazione oppure mi stringo a Lui, per ritrovare calma e pace nella preghiera, nel silenzio, nell’ascolto della Parola, nell’adorazione e nella condivisione fraterna della fede? “La Vergine Maria, che accolse con umiltà e coraggio la volontà di Dio, ci doni, nei momenti difficili, la serenità dell’abbandono in Lui”.

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