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Papa Francesco invita a trovare il giusto equilibrio tra riposo e compassione

Città del Vaticano. Oggi, durante l’Angelus domenicale, Papa Francesco ha riflettuto sul Vangelo di Marco (Mc 6,30-34), che racconta il ritorno degli apostoli dalla missione e il loro desiderio di condividere con Gesù quanto hanno fatto. Gesù, consapevole della loro stanchezza, li invita a ritirarsi in un luogo deserto per riposare. Tuttavia, la folla segue Gesù e i suoi discepoli, e il Maestro, mosso a compassione, inizia a insegnare.

Il Santo Padre ha sottolineato come l’invito al riposo e la compassione di Gesù, sebbene apparentemente inconciliabili, siano strettamente legati. Infatti, solo attraverso il riposo possiamo sviluppare una vera compassione verso gli altri. Questo messaggio risuona particolarmente in un’epoca come la nostra, caratterizzata dall’attivismo e dalla fretta, dove spesso si rischia di perdere di vista l’essenziale.

Papa Francesco ha evidenziato il pericolo dell’attivismo, un fenomeno che può affliggere non solo la vita personale ma anche quella apostolica. L’entusiasmo per il lavoro e per i ruoli che ci sono affidati può trasformarsi in un’ossessione per i risultati, facendoci perdere di vista ciò che è veramente importante. Questo sovraccarico può esaurire le nostre energie, portandoci a una stanchezza fisica e spirituale.

In particolare, il Pontefice ha rivolto un appello contro la “dittatura del fare”, che può diventare una vera e propria prigione per la nostra società e per il servizio pastorale. Ha fatto riferimento anche alla realtà di molte famiglie, dove i genitori, spesso per necessità economiche, sono costretti ad allontanarsi dai loro figli per lunghi periodi, sacrificando il tempo prezioso da dedicare alla famiglia. Questo, ha detto il Papa, è un’ingiustizia sociale che deve essere affrontata.

Il riposo, come proposto da Gesù, non deve essere visto come una fuga dal mondo, ma come un modo per rigenerarsi e ritrovare la capacità di avere uno sguardo compassionevole verso gli altri. Solo quando il nostro cuore non è consumato dall’ansia del fare, possiamo davvero cogliere i bisogni dell’altro e rispondere con amore e compassione.

Infine, Papa Francesco ha invitato tutti a riflettere sulla propria capacità di fermarsi e trovare momenti di silenzio e di adorazione, chiedendo se siamo capaci di trovare un “deserto” interiore in mezzo ai rumori e alle attività quotidiane. Ha concluso invocando l’aiuto della Vergine Santa, affinché ci aiuti a “riposare nello Spirito” e ad essere disponibili e compassionevoli verso gli altri anche nel mezzo delle attività quotidiane.

Papa Francesco invita a trovare il giusto equilibrio tra riposo e compassione

Città del Vaticano. Oggi, durante l’Angelus domenicale, Papa Francesco ha riflettuto sul Vangelo di Marco (Mc 6,30-34), che racconta il ritorno degli apostoli dalla missione e il loro desiderio di condividere con Gesù quanto hanno fatto. Gesù, consapevole della loro stanchezza, li invita a ritirarsi in un luogo deserto per riposare. Tuttavia, la folla segue Gesù e i suoi discepoli, e il Maestro, mosso a compassione, inizia a insegnare.

Il Santo Padre ha sottolineato come l’invito al riposo e la compassione di Gesù, sebbene apparentemente inconciliabili, siano strettamente legati. Infatti, solo attraverso il riposo possiamo sviluppare una vera compassione verso gli altri. Questo messaggio risuona particolarmente in un’epoca come la nostra, caratterizzata dall’attivismo e dalla fretta, dove spesso si rischia di perdere di vista l’essenziale.

Papa Francesco ha evidenziato il pericolo dell’attivismo, un fenomeno che può affliggere non solo la vita personale ma anche quella apostolica. L’entusiasmo per il lavoro e per i ruoli che ci sono affidati può trasformarsi in un’ossessione per i risultati, facendoci perdere di vista ciò che è veramente importante. Questo sovraccarico può esaurire le nostre energie, portandoci a una stanchezza fisica e spirituale.

In particolare, il Pontefice ha rivolto un appello contro la “dittatura del fare”, che può diventare una vera e propria prigione per la nostra società e per il servizio pastorale. Ha fatto riferimento anche alla realtà di molte famiglie, dove i genitori, spesso per necessità economiche, sono costretti ad allontanarsi dai loro figli per lunghi periodi, sacrificando il tempo prezioso da dedicare alla famiglia. Questo, ha detto il Papa, è un’ingiustizia sociale che deve essere affrontata.

Il riposo, come proposto da Gesù, non deve essere visto come una fuga dal mondo, ma come un modo per rigenerarsi e ritrovare la capacità di avere uno sguardo compassionevole verso gli altri. Solo quando il nostro cuore non è consumato dall’ansia del fare, possiamo davvero cogliere i bisogni dell’altro e rispondere con amore e compassione.

Infine, Papa Francesco ha invitato tutti a riflettere sulla propria capacità di fermarsi e trovare momenti di silenzio e di adorazione, chiedendo se siamo capaci di trovare un “deserto” interiore in mezzo ai rumori e alle attività quotidiane. Ha concluso invocando l’aiuto della Vergine Santa, affinché ci aiuti a “riposare nello Spirito” e ad essere disponibili e compassionevoli verso gli altri anche nel mezzo delle attività quotidiane.

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