Questa domenica Papa Francesco nell’introdurre l’Angelus, ha commentato il Vangelo tratto dal capitolo 6 di Giovanni (Gv 6,60-69), centrando la sua riflessione sulla risposta di San Pietro a Gesù: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna». Il Papa ha definito questa frase “bellissima”, evidenziando come esprima la fiducia e l’amicizia che legano Pietro e gli altri discepoli al Maestro. “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” – ha ripetuto più volte Francesco, sottolineando l’importanza di questo passaggio nella comprensione del rapporto tra Gesù e i suoi seguaci.
Papa Francesco ha spiegato che Pietro pronuncia queste parole in un momento critico. Gesù aveva appena terminato un discorso in cui dichiarava di essere il “pane disceso dal cielo”, un insegnamento difficile da accettare per molti. A causa di questo, molti discepoli decisero di abbandonarlo, incapaci di comprendere il significato profondo delle sue parole. Tuttavia, i Dodici, pur non comprendendo tutto, decisero di rimanere. “In Lui hanno trovato ‘parole di vita eterna’”, ha detto il Papa, ricordando come i discepoli avessero visto i miracoli di Gesù, ascoltato le sue prediche e condiviso con Lui sia momenti pubblici che privati.
Il Papa ha anche riconosciuto che i discepoli, nonostante la loro fedeltà, spesso facevano fatica a capire le parole e le azioni di Gesù. Gli insegnamenti del Maestro, infatti, erano pieni di paradossi e richiedevano un livello di radicalità che andava oltre le convenzioni religiose e sociali del tempo. “Le scelte di Gesù – ha osservato Papa Francesco – vanno spesso oltre la mentalità comune, oltre i canoni della religione istituzionale e delle tradizioni, creando situazioni provocatorie e imbarazzanti”. Eppure, nonostante queste difficoltà, i discepoli trovarono in Gesù l’unica risposta alle loro domande più profonde, la soluzione alla loro sete di vita, di gioia e di amore. Per questo, non lo abbandonarono, rimanendo con Lui fino alla fine, tranne uno.
Questo messaggio, ha proseguito il Pontefice, riguarda anche noi oggi. Non è facile seguire Gesù, accettare il suo modo di agire, e fare nostri i suoi insegnamenti. Tuttavia, ha spiegato Papa Francesco, più ci avviciniamo a Lui attraverso la preghiera, la meditazione del Vangelo e la partecipazione ai Sacramenti, più possiamo sperimentare la bellezza di averlo come Amico e guida. Solo vivendo in comunione con Lui possiamo scoprire che davvero le sue sono “parole di vita eterna”.
Il Papa ha quindi invitato i fedeli a riflettere sulla loro relazione personale con Gesù, chiedendo loro: “Quanto è presente Gesù nella mia vita? Quanto mi lascio toccare e provocare dalle sue parole? Posso dire che sono anche per me parole di vita eterna?” Queste domande, ha detto il Pontefice, devono essere un’occasione per rinnovare la nostra fede e la nostra fedeltà a Cristo, riconoscendo che solo in Lui possiamo trovare la vera pienezza di vita.
Concludendo la sua riflessione, Papa Francesco ha affidato i fedeli alla Vergine Maria, colei che ha accolto il Verbo di Dio nella sua carne, affinché ci aiuti a mantenere vivo il nostro ascolto delle parole di Gesù e a non allontanarci mai da Lui.
Conclusa la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco ha espresso solidarietà alle persone colpite dal vaiolo delle scimmie, in particolare alla popolazione della Repubblica Democratica del Congo, incoraggiando i governi e le industrie a condividere trattamenti e tecnologie per garantire assistenza a tutti. Ha rivolto un messaggio di speranza al popolo del Nicaragua, invitandoli a rinnovare la fiducia in Gesù, e ha manifestato preoccupazione per la libertà di preghiera in Ucraina, sottolineando l’importanza di non ostacolare nessuna Chiesa cristiana. Infine, ha invitato a pregare per la fine delle guerre in diverse parti del mondo e ha salutato i pellegrini presenti, augurando loro una buona domenica.