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Papa Francesco a Bruxelles: “apertura, comunione e testimonianza per una Chiesa che non scandalizza i piccoli”

Bruxelles. Papa Francesco, durante l’omelia tenuta nell’ambito della Celebrazione ecuraristica da lui presieduta presso lo Stadio “Re Baldovino” di Bruxelles, ha affrontato il tema della responsabilità della Chiesa e dei fedeli verso i più vulnerabili, ricordando con forza che nessuno deve essere causa di scandalo, specialmente nei confronti dei “piccoli” della fede. Citando il Vangelo di Marco, «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare», il Pontefice ha sottolineato l’importanza di proteggere e accompagnare coloro che sono più deboli, senza ostacolarne il cammino. Nel corso dell’omelia, Papa Francesco ha articolato la sua riflessione attorno a tre parole chiave: apertura, comunione e testimonianza. L’apertura, ha spiegato il Papa, è un invito a lasciarsi sorprendere dall’azione libera dello Spirito Santo, che può manifestarsi anche in modi inaspettati, come nel caso degli uomini che nel racconto dell’Esodo ricevono il dono della profezia pur non facendo parte del gruppo degli eletti. Il Santo Padre ha invitato i fedeli a non scandalizzarsi della libertà di Dio e a superare i confini ristretti dei propri schemi mentali, accogliendo con gratitudine chiunque operi nel nome del Signore.

La seconda parola, comunione, è stata approfondita attraverso la Lettera di San Giacomo, che mette in guardia contro l’egoismo e l’accumulo di ricchezze che creano divisioni e generano scandali. Papa Francesco ha sottolineato come l’egoismo e l’indifferenza verso i più deboli siano alla radice di molte delle ingiustizie sociali che ancora oggi affliggono il mondo, e ha rivolto un appello accorato contro ogni forma di abuso, sia fisico che morale. Ha condannato con fermezza chi copre gli abusi all’interno della Chiesa, chiedendo ai vescovi di essere trasparenti e di portare alla luce ogni forma di male, affinché le vittime possano trovare giustizia e guarigione. Non c’è posto per l’abuso nella Chiesa, ha ribadito, e chi commette tali crimini, laico o chierico che sia, deve essere giudicato.

Infine, la terza parola chiave è stata testimonianza, con il Papa che ha richiamato l’esempio di Anna di Gesù, beatificata in occasione della Messa. Anna di Gesù, discepola di Santa Teresa d’Avila, ha vissuto una vita di preghiera, lavoro e carità, contribuendo alla riforma della Chiesa in un tempo di gravi scandali. Papa Francesco ha esortato i fedeli a seguire il suo esempio, vivendo la propria fede con semplicità e autenticità, testimoniando il Vangelo attraverso gesti concreti di amore e misericordia.

L’omelia si è conclusa con un forte richiamo a seminare per il futuro, costruendo una società fondata sui valori del Vangelo e della misericordia, dove non ci sia spazio per l’indifferenza verso i più deboli.

Papa Francesco a Bruxelles: “apertura, comunione e testimonianza per una Chiesa che non scandalizza i piccoli”

Bruxelles. Papa Francesco, durante l’omelia tenuta nell’ambito della Celebrazione ecuraristica da lui presieduta presso lo Stadio “Re Baldovino” di Bruxelles, ha affrontato il tema della responsabilità della Chiesa e dei fedeli verso i più vulnerabili, ricordando con forza che nessuno deve essere causa di scandalo, specialmente nei confronti dei “piccoli” della fede. Citando il Vangelo di Marco, «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare», il Pontefice ha sottolineato l’importanza di proteggere e accompagnare coloro che sono più deboli, senza ostacolarne il cammino. Nel corso dell’omelia, Papa Francesco ha articolato la sua riflessione attorno a tre parole chiave: apertura, comunione e testimonianza. L’apertura, ha spiegato il Papa, è un invito a lasciarsi sorprendere dall’azione libera dello Spirito Santo, che può manifestarsi anche in modi inaspettati, come nel caso degli uomini che nel racconto dell’Esodo ricevono il dono della profezia pur non facendo parte del gruppo degli eletti. Il Santo Padre ha invitato i fedeli a non scandalizzarsi della libertà di Dio e a superare i confini ristretti dei propri schemi mentali, accogliendo con gratitudine chiunque operi nel nome del Signore.

La seconda parola, comunione, è stata approfondita attraverso la Lettera di San Giacomo, che mette in guardia contro l’egoismo e l’accumulo di ricchezze che creano divisioni e generano scandali. Papa Francesco ha sottolineato come l’egoismo e l’indifferenza verso i più deboli siano alla radice di molte delle ingiustizie sociali che ancora oggi affliggono il mondo, e ha rivolto un appello accorato contro ogni forma di abuso, sia fisico che morale. Ha condannato con fermezza chi copre gli abusi all’interno della Chiesa, chiedendo ai vescovi di essere trasparenti e di portare alla luce ogni forma di male, affinché le vittime possano trovare giustizia e guarigione. Non c’è posto per l’abuso nella Chiesa, ha ribadito, e chi commette tali crimini, laico o chierico che sia, deve essere giudicato.

Infine, la terza parola chiave è stata testimonianza, con il Papa che ha richiamato l’esempio di Anna di Gesù, beatificata in occasione della Messa. Anna di Gesù, discepola di Santa Teresa d’Avila, ha vissuto una vita di preghiera, lavoro e carità, contribuendo alla riforma della Chiesa in un tempo di gravi scandali. Papa Francesco ha esortato i fedeli a seguire il suo esempio, vivendo la propria fede con semplicità e autenticità, testimoniando il Vangelo attraverso gesti concreti di amore e misericordia.

L’omelia si è conclusa con un forte richiamo a seminare per il futuro, costruendo una società fondata sui valori del Vangelo e della misericordia, dove non ci sia spazio per l’indifferenza verso i più deboli.

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