Città del Vaticano. Durante l’Angelus di oggi, Papa Francesco ha offerto una riflessione sull’amore coniugale, partendo dal Vangelo della liturgia odierna (Mc 10,2-16), in cui Gesù, provocato dai farisei sul tema del ripudio della moglie, coglie l’occasione per parlare del valore profondo dell’amore tra uomo e donna. Il Papa ha spiegato che, al tempo di Gesù, la condizione della donna era di grande svantaggio rispetto all’uomo, poiché quest’ultimo poteva ripudiarla anche per motivi futili, giustificandosi con interpretazioni legalistiche delle Scritture. Gesù, ha sottolineato Francesco, ricorda che uomo e donna sono stati voluti dal Creatore come uguali nella dignità e complementari nella diversità, per essere aiuto e compagnia reciproca, stimolando una crescita comune. L’amore, ha detto il Papa, deve essere pieno e coinvolgente, destinato a durare per sempre, accogliendo l’altro e vivendo come “una carne sola”. Questo richiede fedeltà, rispetto, sincerità e la disponibilità al confronto e alla riconciliazione, con il consiglio di fare sempre pace prima di terminare la giornata.
Il Papa ha poi ribadito l’importanza dell’essere aperti al dono della vita, definendo i figli “il frutto più bello dell’amore e la benedizione più grande di Dio”. Ha raccontato con gioia l’incontro con un gendarme vaticano accompagnato dai suoi otto figli, esortando a essere sempre aperti alla vita. Infine, il Pontefice ha invitato tutti a riflettere sulla qualità del proprio amore, domandandosi: “È fedele? È generoso? È creativo?”.
Dopo l’Angelus il Papa ha espresso la sua preoccupazione per la drammatica situazione in Medio Oriente, denunciando l’attacco terroristico contro la popolazione di Israele, alla quale ha rinnovato la sua vicinanza. Ha ricordato che ci sono ancora molti ostaggi a Gaza e ha chiesto la loro immediata liberazione. Da quel giorno, ha affermato, il Medio Oriente è precipitato in una sofferenza sempre più grave, con azioni militari distruttive che continuano a colpire soprattutto la popolazione palestinese, composta per lo più da civili innocenti, che devono ricevere tutti gli aiuti umanitari necessari. Ha invocato un cessate il fuoco immediato su tutti i fronti, compreso il Libano, pregando per i libanesi, in particolare per gli abitanti del sud, costretti a lasciare i loro villaggi. Francesco ha poi lanciato un appello alla comunità internazionale affinché si fermi la spirale della vendetta e si eviti una guerra più grande, come quella a cui potrebbero portare attacchi come quello recente dell’Iran. Ha ribadito che tutte le nazioni hanno il diritto di esistere in pace e sicurezza, con il rispetto della sovranità garantito dal dialogo e dalla pace, non dall’odio e dalla guerra. In questa situazione, ha sottolineato, è più che mai necessaria la preghiera, annunciando che oggi pomeriggio si recherà alla Basilica di Santa Maria Maggiore per invocare l’intercessione della Madre di Dio, mentre domani sarà una giornata di preghiera e digiuno per la pace nel mondo. Ha invitato tutti a unirsi con la forza del Bene contro le trame diaboliche della guerra. Il Papa ha anche espresso la sua vicinanza alle popolazioni della Bosnia ed Erzegovina, recentemente colpite dalle alluvioni, pregando per i defunti e i familiari delle vittime, affinché trovino conforto.
Prima di congedarsi, Francesco ha annunciato con gioia che l’8 dicembre si terrà un concistoro per la nomina di nuovi Cardinali, la cui provenienza esprime l’universalità della Chiesa. Ha sottolineato che l’inserimento dei nuovi Cardinali nella Diocesi di Roma manifesta il legame inscindibile tra la Sede di Pietro e le Chiese particolari diffuse nel mondo. Tra i nuovi Cardinali, ha elencato nomi provenienti da diverse parti del globo, tra cui figure di rilievo dall’Argentina, Giappone, Filippine, Canada e Iran, sottolineando il valore dell’universalità della Chiesa. Ha concluso chiedendo preghiere per i nuovi Cardinali, affinché possano confermare la loro adesione a Cristo e aiutare il Papa nel suo ministero per il bene di tutto il santo popolo di Dio.