Città del Vaticano. Nella solennità dell’Immacolata Concezione, Papa Francesco ha richiamato l’attenzione sull’Annunciazione, momento decisivo nella storia dell’umanità, quando il “sì” di Maria rese possibile l’Incarnazione del Figlio di Dio. Il Pontefice ha invitato a meditare questo mistero, a riporre la propria speranza non nei poteri terreni ma nella misericordia infinita di Dio, e ad accogliere con cuore aperto il tempo del Giubileo, iniziando da un sincero ritorno al sacramento della Confessione. Dopo l’Angelus, ha rivolto il pensiero al Nicaragua e ad altre aree colpite dalla guerra, esortando al dialogo, alla pace e a gesti concreti di clemenza.
L’Annunciazione: il “sì” che cambia la storia
Nel giorno dell’Immacolata Concezione, il Papa ha ricordato l’episodio dell’Annunciazione (Lc 1,26-38), in cui l’Arcangelo Gabriele propone a Maria di diventare la madre del Redentore. Questo “sì” posto tra il Cielo e la terra è un tocco divino sull’umanità, paragonato a quello rappresentato da Michelangelo nella Cappella Sistina. Dal consenso di una giovane donna di Nazaret dipende il futuro dell’intera umanità. Maria, donna di un piccolo paese di periferia, è chiamata a svolgere un ruolo centrale nella storia, portando in grembo il Salvatore, il Figlio di Dio concepito per opera dello Spirito Santo.
Maria, “piena di grazia” e servo della Parola
Maria è chiamata “piena di grazia” (Lc 1,28) perché completamente disponibile alla volontà di Dio. La sua anima non oppone resistenza alla verità e all’amore divino. In Lei, immacolata fin dal concepimento, la Parola di Dio trova piena accoglienza. La Chiesa, di generazione in generazione, esalta questa donna straordinaria, grazie alla quale Gesù è entrato nella storia umana. Nel giorno della sua festa, è un invito a rallegrare il cuore, riconoscendo in Maria colei che ci offre la salvezza in Gesù.
La vera speranza: non nel potere, ma nella misericordia di Dio
Papa Francesco ha invitato i fedeli a interrogarsi: dove si ripone la speranza nel mondo di oggi, segnato da guerre, logiche di dominio e false promesse? La risposta autentica si trova nella misericordia infinita di Dio, non nel potere, nel denaro o nelle influenze di questo mondo. Lo sguardo si orienta allora verso la prossima apertura della Porta Santa del Giubileo, tempo propizio per accogliere la riconciliazione e la grazia divina. Il Papa ha suggerito di vivere questo momento facendo una buona Confessione, ricordando che Dio perdona sempre, senza sosta.
L’intercessione di Maria e la forza del perdono
Mentre ci si avvicina al Giubileo, aprire cuore e mente al Signore significa consegnarsi all’intercessione di Maria. Il Papa ha esortato a un gesto concreto di conversione, invitando a far spazio alla pace interiore attraverso la Confessione, sacramento che libera e ricolma di speranza. Nelle mani dell’Immacolata, dunque, il credente trova rifugio e luce, per affrontare il cammino con rinnovata fiducia.
Dopo l’Angelus
A conclusione della preghiera mariana, Papa Francesco ha rivolto il suo pensiero al Nicaragua, chiedendo preghiera per la Chiesa e il popolo che onorano la Purissima, invocando la Madonna come guida verso il dialogo, la pace e l’armonia. Ha poi richiamato l’urgenza di pregare per le aree del mondo ferite dalla guerra, dall’Ucraina al Medio Oriente, dal Myanmar al Sudan. L’appello è anche a cessare il fuoco, affinché il Natale possa essere una festa di pace, e a considerare la situazione dei detenuti nel corridoio della morte negli Stati Uniti, pregando per la loro sorte.
Il Papa ha infine salutato i pellegrini giunti da diversi Paesi, incoraggiando l’Azione Cattolica italiana nel suo impegno apostolico e manifestando vicinanza a quanti lottano per il lavoro e la dignità personale. Ha concluso augurando una buona festa dell’Immacolata e ricordando il tradizionale appuntamento pomeridiano in Piazza di Spagna, invitando come sempre i fedeli presenti a non dimenticarsi la preghiera per lui.